Alluminio allarme per i deodoranti. Tutto quello che c’è da sapere

Alluminio allarme per i deodoranti. Quello che c’è da sapere

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Studio medico Anguissola, via Sofonisba Anguissola 25/1, Milano. A due passi dalla fermata Bande nere della linea rossa. 

Si riaccende l’allarme tra i consumatori per la correlazione tra sali di alluminio e tumori. I ricercatori di Clinique des Grangettes a Ginevra hanno dimostrato che i sali di alluminio possono provocare il cancro al seno in topi da esperimento. Il tema è alquanto dibattuto.

Alluminio abbondante in natura

L’alluminio è uno degli elementi metallici più abbondanti e costituisce circa l’8% della crosta terrestre. È un normale costituente del suolo, delle piante, dei tessuti animali.

L’alluminio è impiegato a livello industriale e domestico. I suoi composti si usano come antiacidi, additivi alimentari, adiuvanti vaccinali. E’ presente nell’aria, rilasciato a seguito dell’erosione delle rocce di allumino-silicati, di emissioni industriali, delle automobili e del fumo di sigaretta. Nell’acqua si trova naturalmente come conseguenza del rilascio dal suolo e dalle rocce.

I suoi sali sono diffusamente impiegati per il trattamento dell’acqua come coagulanti per ridurre il materiale organico, il colore, la torbidità, i microrganismi. Un tale uso può portare ad un aumento dei livelli di alluminio nell’acqua.

Alluminio e alimenti

L’alluminio è presente nei cibi, in particolare negli alimenti che contengono composti dell’alluminio usati come additivi (conservanti, coloranti, emulsionanti, lieviti). E’ presente in alimenti quali il tè, i vegetali, le spezie, ecc. Questi prodotti contengono alluminio naturalmente, non a causa dell’intervento umano, ed è nota la loro importanza per il completamento di una dieta assolutamente sana.

La celebrata dieta mediterranea – che prevede tra l’altro la presenza di alimenti vegetali, tè e spezie- comporta un’ingestione giornaliera di alluminio in modo naturale, che non comporta alcun problema. Viene utilizzato ampiamente per la conservazione e la cottura dei cibi secondo la normativa di legge. Un’altra possibile via di assunzione: attraverso i farmaci, come antiacidi, analgesici, e altri.

Il cibo rappresenta la sua principale via di assunzione. Si ha un introito che, a seconda delle abitudini e delle caratteristiche geografiche, varia da 5 a 20 mg/die. La gran parte del metallo contenuto negli alimenti è di origine naturale. Nel 2011 il JECFA (Joint FAO/WHO Expert Committee on Food Additives), sulla base di più recenti dati scientifici ha elevato il limite di sicurezza per l’ingestione di alluminio raddoppiandolo e portandolo a 2mg/kg di peso corporeo per settimana.

Presenza nell’acqua

Il contributo dell’acqua potabile all’esposizione ambientale totale è basso. Se si considera un’assunzione di 20 mg al giorno di alluminio con il cibo. Un adulto che beve 2 litri di acqua al giorno contenente 200 μg/L riceverebbe approssimativamente il 2% del suo introito giornaliero totale.

Ciò vuol dire che un uomo del peso di 70 kg può, in tutta sicurezza e senza rischi per la propria salute, ingerire in una settimana fino a 140 mg di alluminio attraverso la dieta. Cioè attraverso i cibi, l’acqua potabile e l’apporto degli utensili da cucina o degli imballaggi dei cibi in alluminio.

L’alluminio nel nostro organismo

L’alluminio e i suoi composti sono scarsamente assorbiti dall’organismo (meno dell’1% del totale).

Il grado di assorbimento dipende da un certo numero di fattori. Come il tipo di sali, il pH, la biodisponibilità, la presenza di vitamina D, di fluoruro, di agenti complessanti.

Una volta assorbito si lega nel sangue alle proteine sieriche e viene eliminato dal rene. Individui con insufficienza renale tendono ad accumularlo.

Studi su animali di laboratorio hanno evidenziato che l’esposizione cronica a dosi crescenti comporta un accumulo in vari tessuti (cuore, milza, ossa, fegato, rene). E modificazioni del comportamento.

È stata rilevata neurotossicità nella prole di topi femmina esposte al minerale per ingestione orale.

Pochi dati depongono per la tossicità acuta dell’alluminio per ingestione orale.

Nesso con la neurotossicità

Ci sono studi epidemiologici che suggeriscono un’associazione tra l’esposizione cronica all’alluminio attraverso l’acqua potabile e lo sviluppo della malattia di Alzheimer.

Tuttavia, l’analisi fornita da questi studi deve essere interpretata con cautela. Per la presenza di molti fattori di confondimento e non si possono stabilire dei nessi di causalità.

Altre malattie degenerative potenzialmente legate all’esposizione all’alluminio sono la sclerosi laterale amiotrofica e la demenza nel morbo di Parkinson.

I dati per ora a nostra disposizione non ci permettono di affermare che l’alluminio abbia una causa nell’insorgenza delle malattie neurodegenerative.

Alluminio inalato

Nella medicina del lavoro le polveri di alluminio sono considerati uno dei fattori in causa in alcune patologie dei polmoni come la fibrosi.

Vi è una buona evidenza della cancerogenicità per l’uomo dell’esposizione professionale che si realizza nella produzione dell’alluminio. Studi che evidenziano il rischio di sviluppare il cancro della vescica e del polmone.

Vi è una sufficiente evidenza della cancerogenicità negli animali da esperimento delle particelle provenienti dagli impianti di produzione dell’alluminio. Campioni delle emissioni che si realizzano nelle fonderie di alluminio sono risultate mutagene nei batteri.

Alluminio e deodoranti

Sicuramente i deodoranti e antitraspiranti che usiamo quotidianamente contengono percentuali fino al 20% di sali di alluminio. Che riducono la formazione di sudore sotto le braccia.

Il loro impiego deriva dal fatto che riescono a chiudere i pori in modo da lasciare fuoriuscire meno sudore. Questo è sicuramente pratico.

Ora uno studio allarmante dimostra che i sali di questo minerale contenuti nei deodoranti potrebbero essere pericoloso. Ad affermarlo sono i ricercatori di Clinique des Grangettes a Ginevra. Qui trovi lo studio in questione.

Gli studiosi sono riusciti a dimostrare che questi sali possono provocare il cancro al seno in topi da esperimento.

Le cellule della mammella hanno subito una serie di modifiche, che sono caratteristiche dello sviluppo di forme tumorali maligne. Nelle cellule della mammella dei topi, esposte alle stesse concentrazioni di alluminio delle ghiandole mammarie umane, si sono formate delle cellule tumorali aggressive che si sono diffuse in modo esteso.

Secondo i ricercatori di Ginevra uomini e donne devono stare alla larga, sicuramente, dai deodoranti contenenti sali di alluminio, parabeni e antitraspiranti. Ovvero sostanze che impediscono la formazione di sudore.

Tali composti ostacoleranno pure la formazione di sudore, non facendo sentire i cattivi odori, ma possono seriamente danneggiare l’organismo.

Altri studiosi, in passato, hanno affermato che lo zirconio e i sali d’alluminio, composti presenti nella maggioranza dei deodoranti, tendono ad ammassarsi nell’organismo. Col passar del tempo, possono aggredire il Dna. Pregiudicando la sua attitudine ad autoripararsi.

I sali del metallo sarebbero cancerosi proprio perché aggrediscono il Dna e pregiudicano lo sviluppo cellulare. In base a una ricerca portata avanti nel 2003, l’azione antitraspirante di sostanze come parabeni e sali di alluminio potrebbe favorire l’insorgenza di cisti maligne e benigne. Tali composti non bloccherebbero solo la sudorazione ma anche i canali prossimi al seno.

Molta cautela nell’interpretazione degli studi

Secondo i ricercatori di Ginevra, ulteriori studi sono ancora necessari per comprendere meglio il ruolo dei sali di alluminio nello sviluppo del cancro al seno. Altri scienziati si sono dimostrati più cauti rispetto ai colleghi ginevrini. La realtà del corpo umano non è quella del laboratorio, ha affermato Khalil Zaman. Medico del servizio oncologico dell’ospedale universitario (CHUV) di Losanna.

Non è la prima volta che si punta l’indice verso i deodoranti contenenti questi sali e  i parabeni. I deodoranti sono tra i prodotti per l’igiene personale più usati dalle donne e dagli uomini. Una spruzzata o una passata di roll-on e via. Sono necessari altri studi per stabilire un reale rapporto causa effetto tra sali di alluminio e carcinogenesi. Cioè la capacità di formare tumori. Sicuramente un interventi delle autorità sanitarie europee aiuterebbe a fare chiarezza.

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