Il glaucoma è una malattia dell’occhio molto diffusa. In Italia ne soffre circa un milione di persone. Il problema è che una persona su due ancora non lo sa. Infatti per molto tempo non da sintomi e non ci si accorge di esserne affetti. Il glaucoma è un ladro silenzioso della vista.
Colpisce principalmente le persone di oltre 40 anni e aumenta progressivamente con l’avanzare dell’età. Se non riconosciuto e tratto può danneggiare irreparabilmente il campo visivo, facendolo restringere sino alla cecità. Per questo bisognerebbe sottoporsi a controlli oculistici che, a partire dai 40 anni, comprendano anche la misurazione della pressione oculare.
Come si forma il glaucoma
Il più delle volte la patologia è associata ad una pressione oculare troppo alta che danneggia il nervo ottico. Anche se in un terzo dei casi si presenta in pazienti con pressione oculare normale.
Le più recenti ricerche hanno dimostrato che questa malattia ha una origine neuronale. E’ una malattia cronica degenerativa delle cellule nervose della retina.
Queste vanno incontro ad un invecchiamento precoce caratterizzato da stress ossidativo, neuroinfiammazione e disfunzione dei mitocondri. Insomma, bisogna iniziare a pensare al glaucoma come a una malattia neurologica così come l’Alzheimer e il Parkinson. Sono tutte malattie neurodegenerative nelle quali neuroni localizzati in sedi diverse iniziano ad invecchiare precocemente, morendo progressivamente. Nella malattia di Alzheimer il processo inizia nell’ippocampo, nella malattia di Parkinson nella cosiddetta substantia nigra ed infine nel glaucoma nelle cellule gangliari della retina.
Aumento della pressione oculare
Non si conoscono ancora le cause precise che portano ad un aumento della pressione oculare. In condizioni normali all’interno dell’occhio è presente un liquido (umore acqueo) che viene continuamente prodotto e riassorbito. Pertanto, l’occhio si può paragonare a un piccolo serbatoio con un rubinetto e una via di deflusso sempre aperti.
Se quest’ultimo è però ostruito si avrà un aumento di pressione all’interno del serbatoio ovvero una maggiore pressione intraoculare. Se la pressione è troppo elevata a lungo andare il bulbo oculare si danneggia a livello della testa del nervo ottico (che si trova nella zona centrale della retina). Dato che si tratta di danni irreversibili, è fondamentale evitarli mediante un’opportuna terapia.
Come si produce il danno alla vista
Noi percepiamo un oggetto che fissiamo insieme a tutto ciò che lo circonda: l’area complessivamente percepita costituisce il campo visivo. L’immagine viene trasmessa dalla retina al cervello tramite il nervo ottico, che si può paragonare a un cavo elettrico contenente milioni di fili. Ciascuno di essi trasporta le immagini relative a una parte del campo visivo. Le traduzioni di questi segnali bioelettrici vanno a costituire l’immagine nella sua interezza.
Tuttavia, l’aumento della pressione danneggia irreparabilmente i neuroni che trasportano il segnale bioelettrico. Dunque è come se si logorassero. Inizialmente il danno colpisce i “fili” che trasportano le immagini relative alla periferia del campo visivo. Chi è malato continua a vedere l’oggetto che fissa. Non si accorge però che l’area visiva periferica si sta riducendo progressivamente. Con perdita della visione laterale.
Da ultimo vengono lesi anche i “fili” che provengono da quella zona della retina con cui si fissano gli oggetti (macula). Se il glaucoma non viene trattato con successo, si riduce l’acuità visiva fino alla cecità completa.
I sintomi del glaucoma
Come abbiamo già accennato nella maggior parte dei casi, il glaucoma è asintomatico. Tanto che i pazienti non si accorgono di nulla.
Nelle fasi avanzate possono essere presenti:
- Lacrimazione
- Dolore oculare
- Pesantezza agli occhi
- Cefalea di tipo emicranico
- Iperemia
Spesso però quando il paziente si accorge di vedere male la malattia è talmente avanzata che la disabilità visiva è praticamente inevitabile.
Le persone affette da questa patologia perdono autonomia e autosufficienza, accorgendosi di non essere più in grado di fare cose semplici, come per esempio attraversare la strada da soli. I malati di glaucoma, inoltre, tendono alla depressione nell’11% dei casi, a causa delle conseguenze che la malattia ha sulla loro vita sociale. E il 45% è soggetto a cadute, anche gravi, che possono determinare infortuni.
Tra i fattori di rischio per lo sviluppo di glaucoma ricordiamo:
- Familiarità
- Ipertensione oculare
- Diabete
- Miopia
- Terapie con cortisone
- Vasculopatie
Le diverse forme di glaucoma
Cronico ad angolo aperto: è la forma più frequente di glaucoma (circa l’80% dei casi). Si verifica in seguito a un ostacolo che incontra l’umor acqueo nel defluire. In particolare attraverso il trabecolato sclerocorneale, una minigrondaia circolare che si trova sopra l’iride o più precisamente, nell’angolo irido-corneale. Si sviluppa lentamente e in genere non dà sintomi.
Congenito: in questa forma il sistema di drenaggio è “cattivo” sin dalla nascita. Per questo motivo si verifica un aumento di pressione intraoculare. Il bambino presenta fastidio alla luce (fotofobia) e lacrimazione eccessiva. L’aumento pressorio può causare un aumento delle dimensioni dell’occhio (nei piccoli le pareti oculari sono meno resistenti) e la cornea può divenire opaca. Ogni sintomo sospetto deve indurre i genitori ad andare dall’oculista per effettuare una visita di controllo. Questo tipo di glaucoma è raro: colpisce un neonato ogni diecimila.
Secondario: in questa forma l’ostacolo al deflusso è causato da altre malattie (fra cui il diabete e le trombosi retiniche)o dall’uso di alcuni farmaci.
Glaucoma acuto ad angolo chiuso
Si verifica quando l’iride chiude improvvisamente lo “scarico” (occlusione dell’angolo irido-corneale), causando un rapido aumento della pressione intraoculare nel caso della forma detta ad “angolo stretto”. Questa colpisce circa il 10% dei pazienti affetti da glaucoma, nel 70% dei casi di sesso femminile.
Quest’improvviso incremento pressorio, chiamato attacco acuto di glaucoma, è molto grave. Se non curato tempestivamente può portare a cecità in breve tempo. Infatti, è come se si chiudesse di colpo il tubo di scarico di un serbatoio, bloccandone improvvisamente il deflusso. I sintomi principali sono l’offuscamento della vista, la comparsa di aloni anomali attorno alle luci, dolore oculare violento, nausea e vomito. In questi casi, recandosi tempestivamente al pronto soccorso oculistico o andando subito dal proprio oculista, potrebbe essere somministrato/prescritto anche un diuretico che contribuisce a ridurre la pressione oculare.
Prevenzione e diagnosi
Per evitare le gravi conseguenze della malattia è necessario fare la diagnosi quando non sono ancora presenti sintomi. Fondamentale sono quindi visite oculistiche accurate da mettere in programma periodicamente dai 40 anni.
L’unico modo per effettuare una diagnosi precoce di glaucoma è sottoporsi a una visita oculistica completa. Nel corso della visita i parametri che devono essere controllati sono essenzialmente:
- pressione dell’occhio (pressione intraoculare) che può essere valutata con tonometro.
- aspetto del nervo ottico che grazie all’oftalmoscopio può essere osservato direttamente dallo specialista. Nel caso del glaucoma si evidenzia un aumento della cosiddetta escavazione papillare.
- campo visivo (esame: campemetria computerizzata) la sensibilità delle diverse zone della retina. Permette d’identificare precocemente i danni e di valutare l’efficacia della terapia molto bene.
- valutazione del disco ottico. Grazie allo sviluppo tecnologico sono stati introdotti nella pratica clinica nuovi metodi di valutazione del disco ottico. Come il CSLO (Confocal laser ophthalmoscopy ossia oftalmoscopia laser confocale), l’SLP (Scanning laser polarimetry ossia la polarimetria a scansione laser) e l’OCT (Optical Coherence Tomography ovvero la tomografia a coerenza ottica). Si tratta di esami strumentali semplici da effettuare (non invasivi) che consentono lo studio dettagliato della papilla ottica e, soprattutto, la misurazione dello spessore delle fibre nervose attorno ad essa.
Terapia
La terapia è efficace quando la malattia è nelle fasi iniziali. Si basa sull’utilizzo di colliri che hanno lo scopo di ridurre la pressione dell’occhio. L’aver compreso che il glaucoma è una malattia neurodegenerativa ha delle ripercussioni anche sul modo in cui va curato. Infatti si possono usare anche colliri che hanno un’azione neuroprotettiva. In molti casi è necessario ricorrere alla terapia laser o all’iridectomia.