L’influenza è un’infezione virale molto contagiosa. Quest’anno il picco di infezione è previsto tra gennaio e febbraio. Dopo per circa altri due mesi il virus resterà in circolazione. Sono previsti circa tra i sei e i sette milioni di italiani colpiti.
Dura circa una settimana con sintomi importanti. Rappresenta la principale causa di assenza dal lavoro e da scuola.
Può avere gravi complicanze. A causa delle complicanze che può causare nelle fasce a rischio è ancora oggi la terza causa di morte in Italia per patologia infettiva, preceduta solo da AIDS e tubercolosi. Le principali fasce a rischio sono quella degli anziani e delle persone affette da patologie croniche.
Può essere evitata grazie al vaccino antinfluenzale. La vaccinazione è fortemente consigliata nelle persone più deboli e a rischio di contagio.
Anche gli adulti e i bambini sani dovrebbero prendere in considerazione il vaccino. Eviterebbero una malattia molto fastidiosa e ridurrebbero la circolazione del virus influenzale. Infatti tanto maggiore è il numero di vaccinati tanto meno i virus influenzali circolano.
Indice degli argomenti
I virus influenzali
I virus che causano l’influenza appartengono al genere degli Orthomixovirus.
Esistono i tipi A, B e C. I primi due sono responsabili della sintomatologia influenzale classica. Il tipo C è di scarsa importanza perché da forme generalmente asintomatiche. Con ogni probabilità il virus di quest’anno sarà l’AHN1 e il virus B.
Sono virus che resistono molto bene nell’ambiente esterno in situazioni di bassa temperatura ed umidità. Si diffondono facilmente negli ambienti chiusi e affollati.
I virus influenzali sono artisti di trasformismo. Vanno incontro a frequenti cambiamenti, più o meno importanti della loro struttura. Determinando così la comparsa di nuovi ceppi. Questo rende necessario tutti gli anni apportare delle modifiche ai vaccini in commercio. Le informazioni sulle modifiche cui vanno incontro i virus influenzali sono raccolte da un sistema di sorveglianza internazionale. I dati ottenuti da queste informazioni vengono utilizzate per la “composizione” del nuovo vaccino stagionale.
Chi deve vaccinarsi
La vaccinazione è fortemente raccomandata per:
- anziani di età pari o superiore a 65 anni
- bambini di età superiore ai 6 mesi e adulti affetti da patologie croniche
- piccoli e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico a rischio di Sindrome di Reye
- bambini pretermine (nati prima della 37^ settimana di gestazione) e di basso peso alla nascita (inferiore ai 2500 g), dopo il compimento del 6° mese
- donne che saranno nel secondo e terzo trimestre di gravidanza durante la stagione epidemica
- persone di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti
- medici e personale sanitario di assistenza
- contatti familiari di persone ad alto rischio
- addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo
- personale che, per motivi occupazionali, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani
La tendenza è quella di estendere la vaccinazione antinfluenzale anche ai bambini sani dell’età prescolare. In analogia a quanto da anni viene praticato in altri Paesi, come il Regno Unito. Superando le ataviche resistenze istituzionali verso tale estensione. Sono noti infatti il ruolo di “diffusore virale” del bambino ed i rischi associati ai primi anni di vita. Si sottolinea anche l’importanza di estendere la copertura per la vaccinazione contro l’influenza nella donna in gravidanza durante il secondo o terzo trimestre. Viste le possibili serie complicanze in caso di influenza sia per la madre, sia per il nascituro.
Malattie croniche per cui è consigliata la vaccinazione:
- a carico dell’apparato respiratorio (inclusa l’asma, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica e la broncopneumopatia cronico ostruttiva o BPCO)
- malattie dell’apparato cardio-circolatorio (scompenso cardiaco e cardiomiopatia ischemica)
- diabete mellito e altre malattie metaboliche (inclusi gli obesi con BMI >30)
- insufficienza renale/surrenale cronica
- malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie
- tumori
- forme congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV
- malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali;
- patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici
- patologie associate a un aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie (ad es. malattie neuromuscolari)
- epatopatie croniche
Chi non deve vaccinarsi
La vaccinazione è invece sconsigliata a:
- lattanti al di sotto dei sei mesi
- allergici a componenti del vaccino, a meno di una attenta valutazione dei benefici in confronto ai possibili rischi
- persone che hanno sviluppato severe reazioni a vaccino antinfluenzale nel passato
- soggetti che hanno manifestato sindrome di Guillain Barrè (neuropatia generalizzata simmetrica) entro 6 settimane dalla somministrazione di vaccino antinfluenzale
Quando vaccinarsi
Il periodo più indicato per la vaccinazione va da novembre a dicembre. Salvo diversa indicazione delle autorità sanitarie.
Vie di somministrazione
Il vaccino viene somministrato con una iniezione intramuscolo:
- dopo i 12 anni: nel muscolo deltoide (braccio)
- per i più piccoli: è consigliato il muscolo antero-laterale della coscia
La speranza è che la vaccinazione sia stata fatta dal maggior numero di persone possibili. Sicuramente tutte quelle per cui la vaccinazione è consigliata. Ma anche chi non rientra nelle categorie a rischio. Perchè grazie al vaccino antinfluenzale possono evitare una malattia molto fastidiosa. Inoltre riducono la circolazione dei virus. Infatti tanto maggiore è il numero di vaccinati tanto meno i virus influenzali circolano.
Influenza: un’infezione molto contagiosa
I virus influenzali infettano le alte vie aeree: naso e gola. Sono molto contagiosi. Si trasmette facilmente attraverso goccioline di muco e di saliva. Anche semplicemente parlando vicino a un’altra persona. Si diffondono facilmente negli ambienti chiusi e affollati. Il freddo ne favorisce la circolazione e l’ingresso nelle vie aeree.
L’influenza ha un breve periodo d’incubazione variabile di 1-4 giorni (in media 2 giorni). Durante il quale il virus può già essere contagioso. In particolare il periodo di contagiosità comincia qualche giorno prima della comparsa dei sintomi e si prolunga per circa 3-5 giorni.
Questo significa che il virus può essere trasmesso da persone apparentemente sane. Che non manifestano ancora i sintomi della malattia. I bambini invece sono contagiosi più a lungo.
I sintomi
I sintomi generalmente sono:
- febbre (con puntate sino a 39,5°C), generalmente accompagnata da brividi
- malessere generale
- dolori ossei, articolari e muscolari
- mancanza di appetito
- mal di testa
- sintomi respiratori: tosse, mal di gola, congestione nasale
- congiuntivite
- sintomi a carico dell’apparato gastrointestinale: nausea, vomito, diarrea, specialmente nei bambini
Negli anziani (oltre i 75 anni di età) generalmente la febbre rimane bassa. L’insorgenza dei disturbi è graduale e comporta soprattutto debolezza e dolori osteo-articolare. A volte stato confusionale.
Di solito l’influenza dura da 5 a 7 giorni.
Nei bambini più piccoli, nelle persone con più di 65 anni, nelle persone portatrici di malattie croniche o nelle donne in gravidanza, possono insorgere complicanze anche severe.
Le complicanze
Normalmente l’influenza è una malattia semplice. Come già accennato nelle persone anziane o portatrici di malattie croniche si possono sviluppare complicanze anche severe.
Le principali complicanze sono quelle infettive. I virus influenzali indeboliscono l’organismo predisposto a sovrainfezione batteriche.
Quindi sinusiti, otiti e soprattutto polmoniti. Sinusite: l’importanza della diagnosi giusta
Nella polmonite batterica, dopo che il paziente con influenza è migliorato, si assiste alla ricomparsa della febbre preceduta da brivido. Le condizioni generali vanno rapidamente peggiorando.
Gli stessi virus influenzali possono causare direttamente polmoniti virali che di solito sono ad elevata mortalità.
Altra complicanze temibile nell’anziano è la disidratazione.
Possiamo poi assistere al peggioramento di una malattia cronica già presente. Negli anziani cardiopatici l’influenza può provocare un peggioramento della sintomatologia e della malattia del cuore fino all’arresto cardiaco improvviso.
I diabetici, invece, possono andare incontro ad un aggravamento della malattia, con sviluppo di chetoacidosi. Questa complicazione può associarsi ad ipopotassiemia e portare a gravissime conseguenze.
Particolare attenzione anche va rivolta alle donne in gravidanza. Che possono andare incontro a complicazioni a carico del sistema cardio-respiratorio. Con conseguenti danni al feto da ipossia cioè carenza di ossigeno.
Una complicanza particolarmente grave può essere l’encefalite, affezione neurologica più frequente nei bambini.
Un’altra complicanza dell’influenza, che si manifesta quasi esclusivamente nel bambino, è la sindrome di Reye. Essa può comparire nei bambini o ragazzi da 6 mesi a 18 anni, in terapia prolungata con aspirina. E’ caratterizzata da encefalopatia acuta con alterazione dello stato di coscienza. Degenerazione grassa del fegato, in assenza di qualsiasi altra spiegazione.
Come si cura l’influenza
La terapia di base dell’influenza è essenzialmente sintomatica. Cioè devono essere utilizzati farmaci per alleviare i sintomi.
In primo luogo è necessario il riposo nella fase acuta della malattia e per 24-48 ore dopo la scomparsa della febbre. Stare a casa e a letto è la cura migliore.
Per abbassare la febbre sono indicati i farmaci antipiretici. Soprattutto il paracetamolo da utilizzare quando la febbre supera i 38 gradi. Nell’adulto si consiglia la somministrazione di 1 grammo di paracetamolo, ogni otto ore, per non più di tre somministrazioni al giorno.
Possono essere utili antinfiammatori per attenuare per il mal di testa e i dolori osteomuscolari. Nei bambini al di sotto dei 12 anni è controindicato l’uso di acido acetilsalicilico (aspirina).
Se la febbre persiste più di 4-5 giorni è necessario rivolgersi al proprio medico di fiducia. Questi valuterà la necessità o meno di intraprendere una terapia antibiotica di base, soprattutto nei pazienti a rischio. Antibiotici che servono a curare le sovrainfezioni batteriche. Perché sappiamo che gli antibiotici uccidono i batteri non certo i virus come quelli dell’influenza.
Del tutto improprio è l’utilizzo della terapia antibiotica nei primi giorni di febbre che oltre a debilitare ulteriormente l’organismo crea resistenze batteriche.
I farmaci antivirali
Da alcuni anni sono presenti farmaci antivirali. Che sono in grado di agire direttamente sui virus influenzali, causa dell’influenza.
È importante tenere sempre presente che il trattamento con gli antivirali è in realtà un metodo per evitare l’insorgenza di complicanze legate all’influenza. Il loro utilizzo non deve mai essere considerato sostitutivo della vaccinazione antinfluenzale.
Come tutti i farmaci anche gli antivirali hanno delle controindicazioni d’uso e possono essere responsabili dell’insorgenza di reazioni avverse. Questi farmaci vanno quindi assunti sempre e solo su consiglio del proprio medico di fiducia.
La dieta
La dieta deve essere leggera, ricca di frutta e verdura di stagione e con un’ottima idratazione.
Misure di igiene e protezione individuale
Lavare regolarmente le mani e asciugarle correttamente. I virus influenzali persistono facilmente sulla superficie degli oggetti. Questa osservazione ha portato ad esperimenti per dimostrare l’efficacia del lavaggio delle mani con la tintura di iodio nel prevenire la trasmissione. Le mani devono essere lavate accuratamente con acqua e sapone, per almeno 40-60 secondi, specialmente dopo aver tossito o starnutito e asciugate. I disinfettanti per le mani a base alcolica riducono la quantità di virus influenzale dalle mani contaminate e possono rappresentare una valida alternativa in assenza di acqua.
Buona igiene respiratoria: coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, con fazzoletti monouso da smaltire correttamente e lavarsi le mani.
Isolamento volontario a casa delle persone con malattie respiratorie febbrili specie in fase iniziale.
Evitare il contatto stretto con persone ammalate, ad es. mantenendo una distanza di almeno un metro da chi presenta sintomi dell’influenza ed evitare posti affollati. Quando non è possibile mantenere la distanza, ridurre il tempo di contatto stretto con persone malate.
Non toccarsi occhi, naso o bocca. I virus possono diffondersi quando una persona tocca qualsiasi superficie contaminata da virus e poi si tocca occhi, naso o bocca.
Le mascherine chirurgiche indossate da persone con sintomatologia influenzale possono ridurre le infezioni tra i contatti stretti.