Sovrappeso e obesità sono uno dei problemi sanitari più importanti nella nostra società. Siamo infatti di fronte a una vera e propria epidemia. Che interessa progressivamente anche tutti i paesi in cui lo stile di vita occidentale si diffonde. Basti pensare al Sud America o all’Asia.
In Italia più di un terzo della popolazione adulta (32 %) è in sovrappeso. Sono in sovrappeso il 24% delle donne e il 40% degli uomini. Una persona su dieci è obesa (11%). Il 10% delle donne e l’11% degli uomini.
In Italia, la percentuale di bambini sovrappeso fra i 5 e i 19 anni è del 36,8%, con un aumento del 39,1% rispetto al 1990.
Fonte: Passi 2013-2016. PASSI è il sistema di sorveglianza dedicato alla popolazione adulta di 18-69 anni e raccoglie informazioni sullo stato di salute, abitudini e stili di vita.
L’accumulo di grasso non è un problema estetico. Rappresenta il più pericoloso fattore di rischio per quasi tutte le malattie croniche caratteristiche della nostra società. In particolare cancro e infarto del cuore. E’ un importante fattore di rischio per una vita non lunga.
L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) ha stimato che una persona gravemente obesa perde 8-10 anni di vita.
Per ogni 15 kg di peso in eccesso il rischio di morte prematura aumenta del 30%.
Il World Cancer Research Fund International (WCRFI) ha documentato la relazione causale tra eccesso di peso e 7 forme di cancro.
Gli studi scientifici più recenti hanno dimostrato che i rischi per la salute provocati da un eccesso di grasso corporeo non sono solo legati solo alle forme di obesità grave. Sono associati anche ad un aumento di peso relativamente ridotto. Dipende anche molto che tipo di grasso si accumula.
Il lato positivo di questa malattia dell’abbondanza è che si può scegliere di prevenirla o di curarla. Scegliendo le terapie adeguate e con molta perseveranza.
Come definire sovrappeso e obesità
E’ fondamentale avere a disposizione strumenti pratici per definire quando una persona è obesa o in sovrappeso.
Prima dei 2 anni di età per definire obesità e sovrappeso si utilizza il rapporto peso/lunghezza.
Dai due anni di età si utilizza l’indice di massa corporea (IMC) – (Body Mass Index – BMI). Una semplice misurazione del rapporto tra peso e altezza.
L’Indice di Massa Corporea si calcola: dividendo il peso, espresso in kg, per il quadrato dell’altezza, espressa in metri.
Indice massa corporea= kg/m2
Per esempio, un adulto che pesa 70 kg ed è alto 1,75 m avrà un IMC di 22,9. Per l’età pediatrica leggi qui.
Questo indice correla bene con l’adiposità del soggetto. In generale, tanto più alto è questo numero e tanto maggiori sono i depositi lipidici.
Indice di massa corporea | Diagnosi |
---|---|
< 16.5 | Grave magrezza |
16.5 - 18,5 | Sottopeso |
18,5 - 24,9 | Peso forma |
25 - 29,9 | Sovrappeso |
30 - 34,9 | Obesità di classe 1 |
35 - 39,9 | Obesità di classe 2 |
≥ 40,0 | Obesità di classe 3 |
Circonferenza dell’addome
Le ricerche più recenti ci dicono che è il grasso addominale e viscerale quello pericoloso per la nostra salute. Il modo migliore per tenerlo sotto controllo è la misurazione della circonferenza addominale.
Circonferenza della vita deve essere inferiore a:
94 cm per uomo
80 cm per la donna
Per vivere sani e a lungo è necessario mantenere l’addome piatto. Controllare più la circonferenza vita che il peso. L’aumento della circonferenza vita aumenta il rischio di mortalità per infarto, ictus e cancro. Indipendentemente dal peso.
Le diverse forme di obesità
Esistono due forme di adipe, di tessuto adiposo. Il gasso addominale e viscerale. Questa forma di adipe si distribuisce a mela. All’addome e intorno agli organi addominali. Vi è poi il grasso che si accumula a pera, cioè soprattutto a livello delle cosce e dei glutei.
Il grasso addominale e viscerale è quello pericoloso per la salute. Il grasso con distribuzione a pera (gluteo femorale) è invece protettivo. Soprattutto negli anziani.
Il grasso addominale
Oggi sappiamo perché il grasso addominale viscerale è estremamente pericoloso. Questo tipo di adipe non è un semplice deposito delle scorte di tessuto adiposo. È un organo endocrino.
Infatti quando adipociti diventano ipertrofici (più grandi perché accumulano grasso) producono adipochine cattive. Queste agiscono su tutto il corpo. Le adipochine sono potentissimi fattore di rischio per tutte le malattie croniche.
Le principali adipochine prodotte dal grasso viscerale sono:
- Leptina, resistina e riduzione della adiponectina che complessivamente aumentano la resistenza delle nostre cellule all’insulina e aumentano il rischio di sviluppare diabete di tipo secondo
- IL-6, TNF-a, MCP-1, MIF: sostanze che aumentano l’infiammazione cronica di basso grado. Fattore associato a tutte le malattie croniche della seconda parte della vita
- steroidi, soprattutto estrogeni, che favoriscono lo sviluppo di cancro
- prostaglandine, fattori del complemento, PAI-1: favoriscono la coagulazione. Quindi l’accumulo di placche dell’aterosclerosi
- IGF-1, TGF-B: fattori di crescita che aiutano lo sviluppo di cancro

Cause dell’obesità
Possiamo distinguere due tipi di obesità sulla base delle cause: obesità secondaria e primaria.
L’obesità secondaria è dovuta a una precisa malattia, soprattutto endocrinologica. Oppure ad una serie di forme di obesità geneticamente trasmesse in associazione ad altre malattie ereditarie. L’obesità secondaria riguarda meno del 10% delle forme di obesità
La maggior parte delle forme di obesità e sovrappeso (90%) sono primarie. Cioè alla base dell’accumulo di tessuto adiposo non vi è nessuna malattia. I fattori che contribuiscono allo sviluppo dell’obesità primaria sono molti.
Fattori genetici
I fattori genetici che contribuiscono allo sviluppo dell’obesità sono molti. Ad oggi ne sono stati individuati almeno cento. Questi fattori genetici sono stati favoriti nell’evoluzione probabilmente perché permettevano di risparmiare ed accumulare sostanze nutritive ed energetiche. Permettevano la sopravvivenza in condizioni di carenza di alimenti anche estrema. Queste varianti genetiche oggi in un ambiente caratterizzato da un’eccessiva offerta di cibo ad alto contenuto energetico, favoriscono lo sviluppo di obesità.
Parliamo di fattori genetici che predispongono allo sviluppo dell’obesità. Quando una persona con questa caratteristiche vive in un ambiente che favorisce l’accumulo di grasso, diventa obeso. Ma se vive con uno stile di vita adeguato non sviluppa ne sovrappeso ne obesità.
Tra genetica ed ambiente il ruolo determinante è legato all’ambiente, cioè allo stile di vita di ogni persona.
Fattori ambientali
I fattori ambientali agiscono già nel feto e nelle prime epoche di di vita. Nella prima infanzia, cioè in quella fase di vita che va dal concepimento al secondo anno.
Mille giorni in tutto. Fondamentali per la salute durante tutto l’arco della vita. La prima infanzia condiziona l’esistenza biologica dell’individuo. In questi mille giorni, ciò che succede può influenzare la predisposizione a diverse malattie dell’adulto e dell’anziano. Soprattutto l’alimentazione in questo periodo ha un peso determinante sulla salute di tutta la vita. Può condizionare lo sviluppo corporeo e cognitivo, il funzionamento del sistema immunitario, la composizione del microbiota intestinale.
Fondamentale diventa l’alimentazione e lo stile di vita della madre durante la gravidanza. Infatti il basso peso (piccolo per l’età gestazionale SGA) alla nascita è uno dei principali fattori che predispone allo sviluppo di obesità nel bambino. In modo particolare per quei bambini che piccoli alla nascita presentano un rapido recupero di crescita nei primi anni di vita.
Il basso peso alla nascita dipende da una scarsa crescita in utero. Questa è legata a diversi fattori quali la malnutrizione o una cattiva nutrizione della mamma. L’obesità materna è una forma di malnutrizione. Anche i nati da madre fumatrice o diabetica hanno un rischio maggiore di sviluppare obesità.
Troppe proteine nella prima infanzia
Un classico esempio dell’influenza dell’ambiente nel bambino è l’eccesso di apporto di proteine nella prima infanzia. Soprattutto dal sesto mese ai due anni di vita.
Questo eccesso nell’alimentazione del bambino è una delle fattori ambientali più importanti nel favorire l’obesità. Con tutte le sue conseguenze negative sulla salute.
Particolare attenzione al problema è posto dall’ultima edizione dei LARN Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana (2014). Il documento consiglia una riduzione dei valori delle proteine nell’alimentazione del lattante (1,32 g/kg/die) e del toddler (1 g/kg/die). Con il termine toddler, nella letteratura internazionale, si indica il bambino dai sei mesi ai due anni.
L’eccesso di proteine determina un aumento dei livelli plasmatici e tissutali di aminoacidi che causano l’aumento dell’insulina e di insulin like growth factor-1 (IGF-1). Insulina e IGF-1 in eccesso favoriscono lo sviluppo di un numero maggiore di preadipociti, che nelle età successive si trasformeranno in adipociti e tessuto adiposo.
Alimentazione
Come abbiamo già visto per il piccolo bambino, l’alimentazione è uno dei fattori più importanti che può favorire o prevenire lo sviluppo di grasso e quindi il sovrappeso o l’obesità. Mangiare troppo e male sono fattori che giornalmente portano all’accumulo di tessuto adiposo.
Cosa significa mangiare troppo? Semplicemente introdurre più calorie di quelle che consumiamo nella nostra vita di tutti i giorni. La quantità di calorie adeguata dipende dall’età, dal sesso, dalla nostra corporatura e dall’attività fisica che svolgiamo tutti i giorni.
Anche la qualità dei cibi con cui ci nutriamo è fondamentale. Una dieta adeguata deve esserlo anche dal punto di vista del tipo di alimenti e non solo della loro quantità.
Va preferita una dieta ricca di frutta e verdura, cereali integrali, poca carne rossa, molto pesce. Va limitato al massimo l’uso di cibi preparati industrialmente come gli snack, soprattutto se fuori pasto e le bevande zuccherate, tipo estathé.
Attività fisica
L’altro fattore essenziale per prevenire e curare l’eccesso di tessuto adiposo è una adeguata attività fisica. Adeguata all’età e alle condizioni di salute. Va ricordato che sono tantissime le possibilità per muoversi. Basta scegliere quella più adatta a noi.
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Le conseguenze dell’obesità e del sovrappeso sulla salute
Come già ricordato l’accumulo di tessuto adiposo porta con sé una serie di problemi di tipo medico, sia fisici che psicologici, anche gravi. Abbiamo visto come il tessuto adiposo viscerale non è un tessuto inerme. E’ un tessuto attivo, in grado di produrre un gran numero di sostanze influenzano tutto il nostro organismo aiutando attivamente la formazione di molte malattie croniche.
Malattie croniche più importanti favorite dall’obesità:
- dislipidemia
- ipertensione arteriosa
- intolleranza al glucosio, diabete
- sindrome metabolica
- malattia cronica del fegato: steatosi, steatoepatite non alcolica
- infarto cardiaco, scompenso del cuore
- ictus cerebrale
- ovaio policistico
- calcolosi biliare
- complicanze ortopediche
- complicanze respiratorie (sindrome da “apnea nel sonno”)
- disturbi della fertilità
- parodontite
Complicanze psicologiche più frequenti:
- disturbi dell’immagine corporea
- disturbi del comportamento alimentare
- depressione
Malattie cardiovascolari, ictus e mortalità
La presenza di dislipidemia, ipertensione arteriosa, diabete sono fattori di rischio per lo sviluppo di aterosclerosi e sindrome metabolica. Tutti fattori di rischio per lo sviluppo delle malattie cardiovascolari, cioè malattia coronarica, ictus e malattia vascolare periferica. Patologie che causano un’elevata percentuale (fino ad un terzo) della mortalità di uomini e donne nella maggior parte dei Paesi industrializzati. Con una crescente incidenza nei Paesi in via di sviluppo. Questo può portare la persona obesa ad avere una significativa diminuzione dell’aspettativa di vita.
Articolazioni e dolori
Le malattie degenerative delle articolazioni portanti, come il ginocchio, sono complicazioni molto diffuse dell’obesità e del sovrappeso. Il danno meccanico alle articolazioni, determinato dal carico eccessivo, è generalmente ritenuto esserne la causa. Anche il dolore nella parte inferiore della schiena è più comune nei soggetti obesi. Può essere uno dei fattori che contribuiscono maggiormente a causare l’assenza dal lavoro imputabile all’obesità.
Aspetti psicologici
L’obesità è decisamente stigmatizzata in molti Paesi europei. Sia in termini di percezione di un aspetto fisico indesiderabile che in termini di difetti di carattere che si suppone indicare. Le persone obese devono lottare contro la discriminazione. Facilmente perdono il loro benessere psicologico. Le ricerche recenti mettono infatti in evidenza la stretta relazione che intercorre tra bassa autostima e eccesso di peso. Questi studi dimostrano quanto e come l’obesità non sia soltanto un fattore fisico e metabolico, ma quanto profondamente l’emotività giochi un ruolo fondamentale nell’insorgere di disturbi alimentari.
Cancro
La correlazione tra obesità e cancro è oggi ben definita. Vari studi hanno rilevato un’associazione tra sovrappeso e incidenza di alcune forme di cancro. Il World Cancer Research Fund International (WCRFI) ha documentato la relazione causale tra eccesso di peso e 13 forme di cancro: cancro del seno (dopo la menopausa), del colon retto, dell’utero, dell’esofago (adenocarcinoma), della cistifellea, di reni, fegato, ovaie, pancreas, stomaco e tiroide, come pure meningioma e mieloma multiplo.
Nel tessuto adiposo sono presenti anche cellule del sistema immunitario. In caso di aumento di dimensioni degli adipociti, come abbiamo visto, vengono prodotte sostanze che disorientano il nostro sistema immunitario. Rendendo meno efficace il controllo e l’eliminazione delle cellule con mutazioni genetiche. da cui potrebbero svilupparsi varie forme di cancro.
Cura dell’obesità
Il primo passo per curare adeguatamente l’accumulo eccessivo di adipe è la consapevolezza. L’evidenza che l’obesità si può accompagnare a complicanze anche gravi e nel corso del tempo ridurre l’aspettativa di vita deve essere ben chiara. Da qui può partire la scelta di curarsi con determinazione.
Lo scopo primario del trattamento dell’obesità è il miglioramento a lungo termine sulla salute fisica attraverso stili di vita corretti.
Cardini della cura classica dell’obesità sono impostare:
- un’alimentazione adeguata
- una attività fisica regolare, con le giuste precauzioni
Esistono moltissime diete che promettono miracoli. In realtà l’impiego di diete in generale, soprattutto se sbilanciate (fortemente ipocaloriche o iperproteiche) è vivamente sconsigliato. Il fai da te è sempre da evitare. Bisogna parlarne con il nostro medico di fiducia, che se necessario saprà inviare il paziente dagli specialisti giusti. La cura dell’obesità richiede sempre di più la collaborazione di un team di specialisti che collaborano coordinati dal nostro medico di fiducia. Può essere necessaria la collaborazione tra dietista, psicologo, endocrinologo, ortopedico.
Approccio cognitivo comportamentale
Negli ultimi anni sta assumendo sempre più importanza un approccio di tipo cognitivo comportamentale alla persona obesa ( 1 ). Deve essere affidato a professionisti psicologi specializzati.
Questi nuovi programmi hanno la finalità di arrivare ad una riduzione del peso corporeo attraverso colloqui che rendono la persona autonoma. In cui si cerca di superare i sensi di colpa legati al peso. Di superare il cattivo rapporto della propria immagine corporea. Si cerca di modificare le rappresentazioni mentali, gli atteggiamenti i comportamenti nei confronti degli alimenti e dell’attività motoria. Attraverso un processo di crescita culturale e presa in carico consapevole ed autonoma delle scelte di vita. La cura può durare circa tre anni. Per recuperare ed aumentare la motivazione a perseguire e raggiungere risultati a piccoli passi.
Farmaci e chirurgia
L’utilizzo di farmaci è sempre da considerare in casi particolari. Sotto stretto controllo medico. La stessa cosa si può dire dell’utilizzo della chirurgia.