Sindrome metabolica: se la conosci la eviti

Sindrome metabolica: se la conosci la eviti

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Studio medico Anguissola, via Sofonisba Anguissola 25/1, Milano. A due passi dalla fermata Bande nere della linea rossa. 

La sindrome metabolica è un insieme di condizioni che aumentano il rischio di malattie cardiovascolari. Come infarto e scompenso del cuore. Sono: obesità, diabete, ipertensione arteriosa e alterazione dei lipidi nel sangue. Insieme sono temibili. Infatti si rafforzano l’un l’altro.

Le persone che presentano tali condizioni insieme hanno un alto rischio di mortalità. A meno che non cambino le proprie abitudini di vita. Curandosi nel modo adeguato.
Le malattie cardiovascolari, l’obesità, il diabete sono notevolmente cresciute negli ultimi decenni. L’organizzazione mondiale della sanità le considera causa dei due terzi dei decessi in tutto il mondo. Per questo motivo la sindrome metabolica ha attirato sempre di più l’attenzione del mondo scientifico. Che negli ultimi anni a concentrato i suoi sforzi nello studio di queste malattie.

E’ conosciuta anche come: sindrome X, sindrome plurimetabolica, sindrome dell’Insulino resistenza. Nel 1998 l’organizzazione mondiale della sanità conia il termine di sindrome metabolica.

Sindrome metabolica: definizione

Nel corso degli anni sono stati definiti i criteri per individuare questa sindrome.

  • Le diverse definizioni della sindrome, prendono in considerazione questi criteri:
  • Obesità addominale: circonferenza vita > 94 cm nell’uomo, > 80 cm nella donna
  • Ipertensione arteriosa: pressione sistolica ≧ 130 mmHg e diastolica > 85 mmHg
  • Colesterolo HDL (colesterolo buono): < di 40 mg/dl per l’uomo o < 50 mg/dl per la donna
  • Trigliceridi: > 150 mg/dl
  • Glicemia: >100 mg/dl o diabete noto
  • Microalbuminuria > 20 µg/min

Circonferenza vita

Un criterio comune nella definizione della sindrome metabolica riguarda l’accumulo di grasso addominale. Si ottiene con la misurazione del girovita. Quando la circonferenza vita supera i 94 cm nell’uomo e gli 80 cm nella donna scatta il campanello di allarme. Questo perché il grasso che fa aumentare il girovita è particolarmente pericoloso.

Non tutte le forme di tessuto adiposo sono uguali. Il grasso che si accumula sotto la pelle non è pericoloso. Mentre il cosiddetto grasso viscerale, cioè il grasso che si accumula intorno agli organi contenuti nell’addome è molto pericoloso. Soprattutto quando aumenta per l’apporto di una eccessiva e/o cattiva alimentazione.

Le cellule di questo tessuto adiposo (adipociti) mentre accumulano nuovi lipidi diventano più grandi. Iniziano a produrre moltissime sostanze chimiche. Sono chiamate adipochine. Sono messaggeri che agiscono intorno alle cellule che le ha prodotte. Ma anche a distanza quando entrano nel sangue.

Alcune di queste sostanze favoriscono un cattivo utilizzo dello zucchero da parte delle cellule del fegato, dei muscoli e dello stesso tessuto adiposo. Questo nel tempo porta allo sviluppo del diabete.

Producono anche adipochine che favoriscono lo sviluppo di infiammazione. Locale e in tutto il corpo. L’infiammazione peggiora il cattivo utilizzo le cellule fanno della glicemia. Favorisce il rilascio di grassi nel sangue e danneggia le arterie. Favorisce cioè l’aterosclerosi. Il restringimento e la rigidità delle arterie.

Sindrome metabolica e insulino resistenza

L’insulino resistenza è una caratteristica fondamentale della sindrome metabolica. Se le cellule sono sensibili all’insulina. Quando questo ormone si lega alla loro superficie permette l’ingresso del glucosio. Che viene utilizzato come energia per la vita quotidiana della cellula.

Quando questa sensibilità si riduce, l’insulina fa sempre più fatica a far entrare glucosio nella cellula. In questo caso si parla di insulino resistenza. Il nostro organismo reagisce producendo sempre più insulina. Che però funziona male. Quindi abbiamo pochi zuccheri nelle cellule e alti livelli di glucosio nel sangue. Ci si avvia verso lo sviluppo del diabete di tipo 2.

Dislipidemia

I livelli nel sangue dei grassi sono alterati. Si abbassa il colesterolo buono (HDL) mentre aumenta quello cattivo (LDL, VLDL), aumentano i trigliceridi.

Queste alterazioni favoriscono il deposito di grassi nella parte delle arterie. Favorendo la formazione di aterosclerosi.

A peggiorare questa tendenza vi è anche l’aumento delle produzione di sostanze che portano il sangue a coagulare più facilmente. Contribuendo a peggiorare l’aterosclerosi. Infatti sugli accumuli di grassi nella parte delle arterie si possono formare trombi. Che riducono ulteriormente il passaggio di sangue nelle arterie.

Sindrome metabolica e ipertensione arteriosa

Anche l’ipertensione arteriosa entra a far parte della sindrome. Il tessuto adiposo infiammato produce sostanze che favoriscono l’aumento della pressione. Come l’angiotensinogeno.

Acido urico

Gli squilibri metabolici che abbiamo descritto favoriscono l’utilizzazione delle proteine come fonte energetica. Se vengono utilizzate troppe proteine aumentano i livelli di acido urico nel sangue. L’iperuricemia peggiora l’aterosclerosi, l’infiammazione generalizzata e l’insulino resistenza. Danneggia il funzionamento dei reni. Che ne devono eliminare sempre di più.

Cause della sindrome metabolica

Alla base delle diverse condizioni che caratterizzano la sindrome vi sono sia fattori genetici che ambientali. Cioè legati allo stile di vita delle persone.

Il genotipo parsimonioso

La teoria del genotipo parsimonioso è stata messa a punto nel 1962. Ha subito varie modifiche. Da però una buona idea di cosa possa essere successo nell’evoluzione dell’uono al suo patrimonio genetico.

L’uomo è comparso sulla terra circa 2,5 milioni di anni fa. Per più di 2 milioni di anni il cibo era scarso. Si mangiava poco e non regolarmente. Soprattutto verdure e frutti raccolti. Oppure carne cacciata. L’evoluzione ha così selezionato e favorito per 2 milioni di anni tutti i geni che permettevano all’uomo di affrontare nel modo migliore queste condizioni ambientali. Ha selezionato i geni che fanno parte del così detto genotipo parsimonioso (thrifty genotype). L’uomo è geneticamente programmato per accumulare grasso di riserva. Per affrontare una assenza quasi totale di zucchero e una scarsa quantità di proteine.

Ad un certo punto l’ambiente intorno a noi è cambiato completamente e velocemente. Con la civilizzazione in poche centinaia di anni ci siamo trovati immersi in una straordinaria abbondanza di cibo. Soprattutto zuccheri. Ma anche grassi e proteine. Zuccheri, grassi e proteine lavorati in modo tale da essere diversi da quelli reperibili in natura.

Ma in così poco tempo i nostri geni sono rimasti gli stessi. Quelli del genotipo parsimonioso. Abbiamo quindi un uomo geneticamente programmato per mangiare poco e saltuariamente che si trova a vivere in un ambiente ricco come non mai di cibo. Tra l’altro cibo alquanto diverso da quello che troviamo in natura. L’esito è il continuo aumento delle condizioni caratteristiche della sindrome metabolica.

Fattori ambientali

Potremmo dire che lo stile di vita del mondo occidentale favorisce lo sviluppo della sindrome. Infatti mano a mano che questo stile di vita raggiunge popolazioni nuove popolazioni, obesità, diabete, ipertensione, dislipidemie aumentano anche in queste popolazioni.

Fattori legati all’alimentazione:

  • ampia disponibilità di cibo confezionato a basso costo
  • porzioni abbondanti, che apportano molte calorie
  • eccesso di glucosio, fruttosio e saccarosio (zuccheri semplici) nei cibi e nelle bevande
  • grassi saturi e soprattutto trans in eccesso (acidi grassi trans: margarina solida, patate fritte e vari prodotti da forno)

Altro fattore fondamentale che influenza lo sviluppo della sindrome è l’assenza di attività fisica e movimento.

Seguono poi come fattori di rischio:

  • fumo di sigaretta
  • stress psicosociale
  • periodo dopo la menopausa
  • consumo eccessivo di alcol
  • uso di farmaci antiretrovirali nell’infezione da virus dell’immunodeficienza umana e di farmaci antipsicotici atipici (ad es. Clozapina)

Sindrome metabolica fisiopatologia

Non è ancora chiaro quale sia il fattore che da l’inizio a questa profonda alterazione del metabolismo.

Alla base ci sono tre fattori:

  • accumulo negli adipociti addominali di grassi
  • insulino dipendenza
  • infiammazione di basso grado

Si sviluppano insieme rafforzandosi l’un l’altro. Portando con se un progressivo danno alla parete delle arterie. Uno squilibrio dei grassi nel sangue. La loro deposizione nella parte delle sterie. La tendenza del sangue a coagularsi di più e a formare trombi. Sicuramente anche la composizione dei microorganismi che vivono nell’intestino svolge un ruolo rilevante. Il cosiddetto microbiota intestinale.

Le conseguenze

Le malattie che si sviluppano lentamente e silenziosamente per anni portano a conseguenze molto pericolose. Obesità, diabete, ipertensione, dislipidemia messe insieme portano ad un elevatissimo rischio di infarto del cuore, scompenso cardiaco e morte.

Favoriscono lo sviluppo del fegato grasso e della conseguente infiammazione cronica dello stesso fegato. Danneggiano i reni. Spesso la sindrome metabolica si associa a ovaio policistico ed a psoriasi. Alle Apnee ostruttive nel sonno. Altra malattia associata a questa sindrome è la sarcopenia: cioè alla perdita di massa muscolare. Segue poi la depressione.

Sindrome metabolica: quadro clinico

Il problema di questa sindrome è che si sviluppa spesso dall’infanzia per molti decenni senza sintomi apparenti. Le persone che ne soffrono, infatti, nella nella gran parte dei casi affermano di “sentirsi bene”.

Ovviamente il sovrappeso è evidente. Ma sottovalutato.

Una possibile manifestazione cutanea può essere l’acanthosis nigricans. Caratterizzata da zone di cute iperpigmentata e ispessita. Localizzata tipicamente a livello delle pieghe cutanee. Collo, ascelle, inguine, area dell’ombelico. Molto spesso però anche questa manifestazione è tardiva. Per questo motivo la prevenzione diventa fondamentale.

Prevenzione della sindrome metabolica

La prevenzione può essere divisa in due capitoli:

  • stile di vita adeguato a prevenire la formazione e lo sviluppo della sindrome metabolica
  • esami periodici per controllare la presenza di eventuali fattori di rischio. Quindi correggerli

Stile di vita

Facile da dire, complesso, forse, da fare.

I due pilastri della prevenzione sono noti a tutti:

Da impostare il prima possibile e da continuare per tutta la vita.

Esami periodici

Dai 30 anni andrebbero monitorati con frequenza almeno annuale:

  • pressione arteriosa
  • glicemia e l’insulina basali
  • colesterolo HDL, LDL, trigliceridi
  • fibrinogeno
  • PCR

Come si cura

Si sa prevenire è meglio che curare. In questo caso direi molto molto meglio. Infatti quando la sindrome metabolica si è instaurata la sua cura è molto complessa. Deve essere affidata a specialisti che conoscono bene le varie manifestazione della sindrome.

Avviare una dieta adeguata e un corretto esercizio fisico sono parte integrale della terapia. Ma non bastano assolutamente.

Ogni condizione della sindrome ha la sua terapia: diabete, ipertensione, alterazione dei lipidi, tendenza del sangue a coagulare di più. Spesso si devono somministrare varie terapie insieme. Va fatta attenzione alle diverse interazioni tra farmaci. Agli effetti collaterali.

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