Colesterolo LDL, HDL, valori e dieta

Colesterolo: LDL, HDL, valori e dieta

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Studio medico Anguissola, via Sofonisba Anguissola 25/1, Milano. A due passi dalla fermata Bande nere della linea rossa. 

Tutti abbiamo sentito parlare di colesterolo. Quando è alto fa male, soprattutto al cuore. Detto questo cerchiamo di capire meglio le varie sfaccettature del problema “colesterolo e grassi”. Partiamo dal fatto che il colesterolo è un grasso assolutamente necessario per il funzionamento del nostro organismo.

Detto questo se i suoi livelli sono nel sangue sono alterati può favorire l’insorgenza, nel corso dei decenni, di danni alle arterie.  Danni che portano allo sviluppo dell’aterosclerosi. Oltre al colesterolo nel nostro sangue circolano anche altri grassi come i trigliceridi.

La parola colesterolo proviene dal greco chole (bile) e stereos (solido). Infatti il colesterolo è stato individuato nei calcoli della cistifellea nel 1784. Intorno al 1910 il patologo russo Nikolaj Aničkov scoprì il suo ruolo nello sviluppo dell’aterosclerosi. Solo nel 1975 il premio Nobel John Cornforth ne codifica la esatta struttura chimica.

Funzioni del colesterolo

Nel nostro corpo vi sono circa 150 grammi di colesterolo. L’uomo produce nel fegato la maggior parte del colesterolo necessario. Cioè circa 1-2 grammi al giorno. Solo una piccola parte (in media 0,1 fino 0,3, massimo 0,5 grammi) viene assunta con l’alimentazioneE’ contenuto, per esempio, nei cibi ricchi di grassi animali, come carne, burro, salumi, formaggi, tuorlo dell’uovo, fegato. È invece assente in frutta, verdura e cereali. Se assumiamo poco colesterolo con la dieta il nostro organismo ne produce di più per compensare la carenza.

E’ indispensabile per la nostra sopravvivenza. Contribuisce in maniera essenziale alla struttura della membrana che riveste tutte le cellule del nostro corpo. Svolge anche una funzione di trasporto  di diverse sostanze all’interno della stessa cellula. E’ coinvolto nella crescita e nella divisione cellulare.

Il colesterolo è la sostanza di base per la sintesi degli ormoni steroidei come aldosterone, cortisolo, testosterone, estradiolo. E’ essenziale per lo sviluppo dell’embrione e del feto. Quello prodotto nel fegato viene impiegato in parte per la produzione di bile. La sostanza verdastra che attraverso le vie biliari arriva nel nostro intestino (nel duodeno) e serve a fare in modo che i grassi dell’alimentazione vengano assorbiti  dall’intestino.

Come viene trasportato nel sangue

I grassi circolanti che sono comunemente dosati con un prelievo del sangue a digiuno sono:


  • colesterolo totale
  • LDL
  • HDL
  • trigliceridi

In realtà essi non circolano come tali, anche perché il sangue è composto per il 55% da acqua. I grassi non sono idrosolubili, cioè non si sciolgono nell’acqua. Sono liposolubili. Il trasporto del colesterolo è affidato a una classe particolare di particelle sferiche chiamate lipoproteine. Che vengono associate al colesterolo nel fegato. Queste microsfere all’esterno sono rivestite da uno stato di proteine chiamate apolipoproteine. Proteine particolari perchè all’esterno sono idrosolubili, cioè affini all’acqua. Mentre all’interno sono liposolubili, cioè affini ai grassi.

Queste microsfere oltre al colesterolo, contengono anche fosfolipidi e altri grassi. Esistono quattro tipi di lipoproteine, classificate in base alla densità. Che è inversamente proporzionale alla quantità di colesterolo presente. Cioè tanto meno la proteina è densa tanto più colesterolo contiene.

Le quattro lipoproteine sono:


  • VLDL o lipoproteine a densità molto bassa (Very Low Density Lipoproteins) che contengono soprattutto trigliceridi
  • IDL, o lipotroteine a densità intermedia (Intermediate Density Lipoprotein)
  • LDL, o lipoproteine a bassa densità (low density lipoprotein): il colesterolo contenuto in queste lipoproteine è quello che, se in eccesso, provoca i danni alle arterie (aterosclerosi) arteriosi pertanto è definito familiarmente colesterolo cattivo
  • HDL, o lipoproteine ad alta densità (high density lipoprotein): il colesterolo contenuto in queste lipoproteine è quello che provoca i minori danno alle arterie. Anzi è un colesterolo protettivo per la parte delle arterie. E’ chiamato colesterolo HDL o familiarmente colesterolo buono

Il viaggio del colesterolo

Quando i grassi, colesterolo compreso, arrivano nell’intestino, vengono assorbiti trasformandosi in chilomicroni. Hanno una struttura del tutto analoga alle microsfere e trasportano il colesterolo nel sangue. I chilomicroni con il loro contenuto in grassi arriva al fegato. Nel fegato un enzima la lipoproteinlipasi attacca i chilomicroni, liberando da essi acidi grassi liberi.

Questi sono un ottimo combustibile per i muscoli. Da questo processo il fegato produce le VLDL (ricche di trigliceridi e con una parte minore di colesterolo), che immette nel sangue. Nel sangue la stessa lipoproteinlipasi trasforma le VLDL in IDL che sono subito a loro volta trasformate in LDL. In questo processo vengono rimossi i trigliceridi e aumenta proporzionalmente il colesterolo. Le LDL possono cedere ai tessuti il colesterolo, dopo aver interagito con essi. In alternativa esse possono tornare al fegato.

Inoltre dal fegato e dall’intestino sono prodotte le HDL. Queste sono immesse nel sangue e raccolgono il colesterolo in eccesso dai tessuti. Anche a livello della parete delle arterie. Tornano quindi al fegato. Che ne ha bisogno per produrre la bile. Le LDL depositano il colesterolo nei tessuti, anche sulla parete delle arterie. Mentre le HDL lo recuperano anche dalla parete delle arterie, sono degli spazzini di colesterolo.

Le dislipidemie

Si chiama dislipidemia la presenza di elevate concentrazioni di grassi nel sangue. Poiché il termine comprende non una, ma svariate forme, è più corretto parlare di dislipidemie al plurale. 

Da un punto di vista schematico conviene considerare quattro tipi di dislipidemie. Basandosi sul dosaggio di colesterolo totale, colesterolo HDL, colesterolo LDL e trigliceridi. Ricordiamo che il prelievo deve essere eseguito dopo un digiuno di 12-14 ore.

Si parla di ipercolesterolemia isolata, quando è il solo colesterolo LDL ad essere elevato, con normalità dei trigliceridi. E’ definita da un colesterolo LDL maggiore di 100-115 mg/dl. Che corrisponde all’incirca ad un colesterolo totale superiore a 200 mg/dl  e da trigliceridi inferiori a 150 mg/dl.

Parliamo di ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia, quando sia il colesterolo che i trigliceridi sono elevati. In questo caso ricordiamo che il colesterolo LDL non è calcolabile se i trigliceridi sono superiori a 400 mg/dl. Per cui si ricorre al colesterolo totale che deve essere superiore a 200 mg/dl ed i trigliceridi che devono essere superiori a 150 mg/dl.

Si chiama ipertrigliceridemia isolata, quando sono solo i trigliceridi ad essere elevati, cioè maggiori di 150 mg/dl. Con valori normali di colesterolo totale (al di sotto dei 200 mg/dl).

Infine possiamo avere bassi valori di colesterolo HDL isolati, quando il colesterolo HDL è inferiore a 40 mg/dl.

Dislipidemie primarie e secondarie

L’aumento dei valori delle varie forme di grassi, cioè le dislipidemie, possono essere primarie o secondarie. La dislipidemia è primaria o primitiva se l’aumento delle varie forme di colesterolo non è dovuta ad una malattia. Come la grande maggioranza delle dislipidemie.

Oppure è secondaria, quando è causata da malattieTra queste bisogna valutare il difettoso funzionamento della tiroide (ipotiroidismo). Il diabete. Una malattia renale che disperde proteine attraverso le urine detta sindrome nefrosica.

Malattie del fegato che comportano il blocco del deflusso biliare (epatopatia colestatica).

Infine anche alcuni farmaci possono essere responsabili di alterazioni dei grassi circolanti. Come la pillola anticoncezionale, la terapia ormonale femminile, compresa quella sostitutiva in menopausa, gli steroidi anabolizzanti. Alcuni farmaci usati dal cardiologo come i betabloccanti ed i diuretici tiazidici, gli antidiabetici detti sulfaniluree. Un farmaco immunosoppressore utilizzato nei pazienti che sono stati sottoposti a trapianti, la ciclosporina, un farmaco per l’acne, l’isotretinoina. 

Ultimo come citazione, ma non per importanza, va considerato l’eccesso di alcool che può alterare il quadro lipidico, in particolare i trigliceridi. Se la dislipidemia è secondaria per curarla va curata la malattia che l’ha causata.

Dislipidemie ed ipercolesterolemie in italia

In Italia, secondo i dati raccolti dal Progetto Cuore, il 21% degli uomini e il 23% delle donne è ipercolesterolemico (ha cioè il valore della colesterolemia totale uguale o superiore a 240 mg/dl, oppure è sotto trattamento specifico). Mentre il 37% degli uomini e il 34% delle donne è in una condizione definita border line (colesterolemia totale compresa fra 200 e 239 mg/dl). Infine il 25% degli uomini e il 35% delle donne dichiara di avere almeno un familiare che soffre di ipercolesterolemia.

Valori normali e valori alterati

Quando controlliamo i valori dei grassi nel sangue, valutiamo i livelli di colesterolo totale, LDL, HDL e trigliceridi. I valori per cui preoccuparsi ed iniziare seriamente a curarsi sono diversi a seconda delle nostre condizioni. Soprattutto a seconda che siano presenti altri fattori o meni di rischio cardiovascolare. Come ipertensione arteriosa, diabete, obesità. Gli esami vanno quindi interpretati rigorosamente insieme al vostro medico di fiducia. Fatta questa premessa possiamo dare delle indicazioni di massima.

Il colesterolo totale > 240 mg/dl è troppo alto. Se i suoi valori sono tra i 200 – 239 mg/dl è considerato borderline. Cioè va benino ma bisogna migliorare. Se inferiore a 200 mg/dl va bene.

Possiamo poi dire che la presenza di livelli di trigliceridi <150 mg/dl costituiscono un elemento di protezione cardiovascolare.  Come la presenza di livelli di colesterolo HDL >40 mg/dl
nell’uomo e  >48  mg/dl nella donna.

Per il colesterolo LDL > 130 mg/dl è alto. Tra 100 – 129 mg/dl è borderline, sotto i 100 mg/dl va bene.

Effetti dell’eccesso di grassi e colesterolo nel sangue

Fino a qualche anno fa si considerava l’eccesso di grassi nel sangue direttamente responsabile di un danno alle arterie. In realtà le cose sono più complesse. I fattori che possono creare danni alle arterie sono diversi. Soprattutto lo stress ossidativo e i processi di infiammazione cronici possono creare i primi danni alla parete delle arterie.

Una volta che la parete di un’arteria è danneggiata le LDL, che hanno la funzione di depositare negli organi il colesterolo, lo depositano anche al livello della lesione delle arterie. Per questo, come già accennato, si parla di colesterolo LDL come di colesterolo cattivo. In realtà questo è un normale processo di difesa. Cioè il nostro organismo cerca di riparare la lesione delle arterie. Cerca di metterci delle toppe. Di chiudere le lesioni con il colesterolo. Infatti al fegato arriva il segnale di produrre più colesterolo per riparare le arterie. Quando però siamo in presenza di infiammazione, stress ossidativo, eccesso di zuccheri il processo non si ferma. Ma in maniera del tutto silenziosa, senza sintomi, continua per decenni.

Nel corso del tempo la parte dell’arteria infiammata accumula sempre più grassi e zuccheri fino a formare una placca che può dare una occlusione parziale dell’arteria. Su questa placca si formano  i trombi, dovuti all’attivazione della coagulazione e delle piastrine. Abbiamo così delle arterie parzialmente chiuse e con,al loro interno, delle formazioni che in qualunque momento si possono staccare andando ad occludere arterie più piccole. Come quelle del cuore o del cervello. Quando un’arteria si chiude o si ostruisce porta meno ossigeno e alimenti al tessuto che irrora. Che ovviamente ne soffre, fino a morire. A seconda di dove è localizzata l’ostruzione dell’arteria di può avere un infarto del miocardio (a livello cardiaco),  un ictus (a livello cerebrale) o  la claudicatio intermittens (a livello degli arti inferiori).

Non solo colesterolo

Questo lento e silenzioso processo inizia molto presto fino ad arrivare a provocare i suoi effetti nell’adulto più o meno giovane. I livelli di grassi sono uno dei fattori che contribuiscono alla formazione e allo sviluppo dell’aterosclerosi.

In questa sua opera viene aiutato da un’alimentazione ricca di zuccheri, di acidi grassi saturi e soprattutto acidi grassi trans. Cioè i grassi che derivano dalla lavorazione industriale. Da alti livelli di insulina e glicemia nel sangue. Dall’infiammazione e dallo stress ossidativo.

Infiammazione e stress ossidativo sono incrementati dall’aumento del peso, dall’eccesso di insulina e zuccheri, dalla sedentarietà, cioè da uno stile di vita non salutare. 

Un eccesso di zuccheri nell’alimentazione fa sì che ci sia un eccesso di zuccheri nel sangue (glicemia) che costringe il pancreas a secernere continuamente insulinaUn alto livello di insulina, è all’origine di molteplici e seri problemi di salute ed alimenta il processo infiammatorio dell’organismo. Una corretta alimentazione ci permette di introdurre con la dieta anche una buona quantità di sostanze che si oppongono allo stress ossidativo e all’infiammazione. Sono soprattutto le vitamine. In modo particolare la vitamina C ed E e i polifenoli.

Anche per questo nella corretta alimentazione ci devono essere frutta e verdura.

Ipercolesterolemia familiare

Abbiamo visto come la maggior parte del colesterolo viene sintetizzato dal nostro fegato. Esistono delle persone che producono troppo colesterolo. Questa condizione è chiamata ipercolesterolemia familiare o ereditariaL’ipercolesterolemia familiare deriva da una riduzione dei recettori per le LDL. I recettori sono come delle specie di serrature in cui si inseriscono le LDL come chiavi. Il numero di questi recettori è geneticamente determinato. La riduzione del numero dei recettori è associata a una serie di mutazioni a carico del gene del recettore delle LDL, che si trova sul cromosoma 19.

Questa malattia è caratterizzata da alti livelli ematici di colesterolo totale e di LDL (ma non di trigliceridi), con gravità variabile a seconda del numero di mutazioni. Nella forma peggiore si manifesta in modo grave fin dall’infanzia. Si formano placche (xantomi) sulla pelle. In particolare su gomiti, ginocchia e natiche. Anche depositi di colesterolo nella pelle, nei tendini e intorno alla cornea dell’occhio (archi cornei).

Inoltre, i valori di colesterolo totale sono compresi tra 600 e 1200 mg/dL, quasi totalmente LDL. Soffrono di aterosclerosi già in età infantile. Se non trattati possono avere infarti e complicanze già nell’infanzia e adolescenza. Sono 1 su 1.000.000. In Italia ce ne sono quindi circa 50-60.

La forma minore

La classica ipercolesterolemia ereditaria è rara. Esistono però delle forme minori molto più frequenti. I soggetti affetti dalla forma minore hanno manifestazioni più lievi. Spesso poco evidenti durante l’infanzia. I problemi a carico dell’apparato cardiovascolare cominciano in genere verso i 35-40 anni negli uomini e verso i 45-55 anni fra le donne. Attualmente esistono terapie farmacologiche in grado di curare l’aumento del colesterolo di prevenire le conseguenze cardiovascolari. Diventa quindi fondamentale diagnosticarla correttamente il più presto possibile.

Sintomi

Abbiamo già detto come gli elevati livelli di grassi nel sangue non danno sintomi. Così come l’aterosclerosi alla cui formazione contribuiscono. Molte persone ignorano di avere alti livelli di grassi nel sangue. Tuttavia questi possono essere misurati con un semplice esame del sangue. Alti livelli dei grassi nel sangue vanno cercati in tutti sopra i 35 anni.

Prima di questa età  solo quando ci sono dei fattori di rischio.

Vediamo i principali fattori di rischio nei giovani sotto i 35 anni:


  • almeno un genitore o un nonno che hanno avuto un infarto o un ictus prima dei 55 anni di vita
  • almeno un genitore che ha valori di Colesterolo Totale > 240 mg/dl o valori di HDL < 35 mg/dl
    sovrappeso e obesità
  • diabete
  • inattività fisica

Sopra i 35 anni un controllo dei valori di grassi nel sangue va effettuato una volta ogni due anni.

Cosa cercare

Quando con il medico di fiducia si decide di valutare i livelli di grassi nel sangue non va valutato solo il colesterolo totale. Vanno valutati anche i livelli di trigliceridi, di LDL e di HDL. Alcuni studi indicano la possibilità di aggiungere alla valutazione ( 1 ) anche i livelli di apolipopoteine. In modo particolare la apolipoproteina C3 (Apo C3).  La pericolosità di questa proteina sta nel fatto che quando la sua concentrazione è elevata essa agisce come un freno nell’attività dell’enzima-spazzino che ha il compito di ripulire il plasma dai lipidi ingeriti con l’alimentazione.

Prevenzione

Prevenzione è la parola magica. E’ la strategia principale per mantenere il colesterolo cattivo entro i livelli consigliati già da giovani. Soprattutto di evitare danni alle arterie che portano all’arteriosclerosi.    La prevenzione riguarda lo stile di vita.

Nella corretta prevenzione al primo posto ci sono gli accorgimenti sulla dieta.

La dieta deve introdurre:


  • grassi saturi inferiori al 7% delle calorie totali introdotte
  • poli-insaturi fino al 10% delle calorie totali introdotte
  • mono-insaturi sino al 20% delle calorie totali introdotte
  • grassi totali 25–35% delle calorie totali introdotte
  • assenza o la quantità minore di acidi grassi trans
  • carboidrati 50–60% delle calorie totali
  • fibra 20–30 grammi al giorno
  • proteine circa il 15% delle calorie totali
  • un ridotto apporto di zuccheri semplici (cioè di bibite prodotte industrialmente)
  • un adeguato apporto di frutta e verdura (ricchi di sostanze antiossidanti e antinfiammatorie)

Le calorie totali devono essere bilanciate. Cioè correlate al consumo di energia. Se la vita è sedentaria le calorie devono essere poche.

Ma la nostra vita non deve essere assolutamente sedentaria. Dobbiamo muoverci. Consumare energia e fare sport.

Andrebbe evitato il consumo alcool e di fumo. 

Dieta ed attività fisica adeguata non solo solo fondamentali per la prevenzione. In caso di riscontro di alterazioni di livelli dei grassi nel sangue, costituiscono i primi accorgimenti terapeutici. I valori vanno poi controllati nel corso del tempo.

L’intervento farmacologico

A volte, però, intervenire sullo stile di vita e sulla dieta non basta. Può rendersi necessario un intervento farmacologicoUna terapia che regoli i livelli dei grassi nel sangue deve assolutamente essere prescritta e seguita in collaborazione con il medico di fiducia. Esistono diverse categorie di farmaci in grado di ridurre la colesterolemia.

Gli acidi grassi Omega3 possono essere l’approccio di primo livello, anche se non sempre efficaci.

I principali farmaci utilizzati per controllare i livelli di colesterolo sono le statine.  Riducono la capacità del fegato di fabbricare il colesterolo. In questo modo il fegato è forzato ad utilizzare quello che circola nel sangue, catturando le lipoproteine che lo trasportano (specie le LDL) e riducendone così la quantità.

Cosa abbiamo imparato

Il colesterolo è un grasso essenziale per la nostra sopravvivenza. Questo grasso si trova in varie forme in circolo nel sangue, insieme ad altri grassi come i trigliceridi. La loro elevazione è un fattore di rischio per lo sviluppo di aterosclerosi e delle conseguenti manifestazioni. Soprattutto infarto del cuore e ictus cerebrale. L’aterosclerosi inizia a formarsi molto presto, in silenzio, e produce i suoi effetti nei decenni successivi.

Quindi per una prevenzione efficace sia dell’aumento dei grassi nel sangue che per la formazione dell’aterosclerosi, bisogna partire il prima possibile. Colesterolo e trigliceridi non sono gli unici fattori di rischio. Anche un’alimentazione troppo ricca di zuccheri è un fattore di rischio altrettanto importante. Come la carenza di frutta e verdura nella dieta. Perché apportano sostanze antiossidanti e antinfiammatorie. Così come l’aumento del peso e la sedentarietà. E’ necessario impostare da subito uno stile di vita sano per prevenire i grossi problemi che l’aterosclerosi può creare.

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