La curcumina è il principale componente biologicamente attivo della Curcuma longa L. Una pianta erbacea perenne originaria dell’Asia meridionale. Le zone tropicali, rappresentano il miglior habitat naturale per questa pianta. Che necessita di temperature comprese tra 20 e 30 °C e di una notevole quantità di pioggia annuale.
La Curcuma può raggiungere 1 metro di altezza. Presenta foglie lunghe e oblique e piccoli fiori gialli con bratee rosa. Il rizoma è la parte officinale contenente i principi attivi. E’ una modificazione del fusto con principale funzione di riserva. È ingrossato, sotterraneo con decorso generalmente orizzontale. E’ di un color giallo intenso caratteristico e misura tra 2,5 e 7,0 cm di lunghezza e 2,5 cm di diametro. Una volta raccolto viene lavato, sbollentato, essiccato e ridotto in polvere.
Le polveri ottenute, sono trattate con frazioni leggere di petrolio per rimuovere gli oli fissi e volatili. In seguito, il residuo secco, viene estratto con benzene, filtrato e cromatografato. L’India produce la quasi totalità del raccolto di curcuma al mondo e ne consuma l’80%. Erode, una città dell’India meridionale, rappresenta il più grande produttore al mondo. Il più importante centro commerciale per la curcuma ed è noto anche come “Yellow City”.
E’ un’ottima spezia. Da aggiungere ai nostri cibi per esaltarne il gusto, ridurre la quantità di sale e godere dei suoi effetti benefici. Il suo uso in cucina è del tutto sicuro. Mentre l’uso di integratori a base di curcumina può risultare pericoloso per il fegato. Lo afferma una nota del Ministero della Salute. L’assunzione di tali integratori è da fare solo sotto stretto controllo medico.
Indice degli argomenti
Un poco di storia
Il nome latino curcuma deriva dall’arabo kourkoum, che significa zafferano.
Infatti, per il suo colore dorato e il gusto, la curcuma divenne nota in Europa come “Zafferano delle Indie”.
Marco Polo fu il primo europeo che nel 1280 ne descrisse la numerose proprietà. Nel XIII secolo, i commercianti arabi portarono la curcuma dall’India al mercato europeo. Mentre nel XV secolo la curcuma fu combinata con diverse altre spezie per formare il curry in polvere.
Nella medicina tradizionale, la curcuma è stata utilizzata da secoli in molti preparati terapeutici.
Secondo la medicina indiana di tipo Ayurvedica e la medicina cinese, la curcuma ha un ruolo importante per il trattamento di varie patologie. Malattie espiratorie, disturbi epatici, anoressia, reumatismi, ulcera, diabete, sinusite, ferite e dolori addominali.
Negli ultimi anni, l’interesse per la curcumina nel campo della ricerca, è aumentato notevolmente. La medicina occidentale ha dimostrato le grandi potenzialità terapeutiche di questa molecola. Come antiossidante, antinfiammatorio, antibatterico e antitumorale.
Inoltre, è stata riscontrata attività epato e nefro-protettiva, ipoglicemizzante e antireumatica. Attraverso studi in vitro su cellule, in vivo su animali e la sperimentazione clinica.
Proprietà farmacologiche
Questa sostanza ha importanti attività antinfiammatorie, antiossidanti, antitumorali e neuroprotettive.
Attività antiossidante
La curcumina ha una importante azione antiossidante. Cosa vuol dire azione antiossidante.
Molte reazioni chimiche nel nostro organismo producono radicali liberi e altre sostanze chimiche instabili.
I radicali liberi svolgono importantissimi ruoli fisiologici. Quali la difesa nei confronti dei batteri. La trasmissione dei segnali biochimici fra le cellule. Il controllo della pressione arteriosa.
La loro produzione è mantenuta in equilibrio da parte di sistemi di difesa antiossidanti.
Quando questo equilibrio si rompe vi è un’eccessiva produzione di radicali liberi e altre sostanze chimiche instabili. Questa condizione viene chiamata stress ossidativo.
L’eccesso di radicali liberi e altre sostanze tossiche danneggia varie componenti cellulari. Quali DNA, RNA, proteine, acidi grassi, lipoproteine a bassa densità (il colesterolo buono).
Questo perchè i radicali liberi sono molecole instabili ed altamente reattive.
Tendono a reagire con altre molecole per raggiungere la stabilità. Per raggiungere tale stabilità alterano moltissime strutture della cellula.
La produzioni di radicali liberi è un fattore di rischio emergente per la salute.
E’ associato all’invecchiamento precoce. Ma anche all’insorgenza e/o all’aggravamento di quelle che sono oggi considerate come le “pandemie del terzo millennio”.
Cioè: aterosclerosi, ipertensione arteriosa, malattia di Parkinson, malattia di Alzheimer, diabete mellito, colite, artrite reumatoide e alcuni tumori.
La curcumina e i suoi derivati presentano una potente attività antiossidante.
Contribuisce cioè a ridurre i radicali liberi e le altre sostanze chimiche tossiche.
Attività antitumorale
Ricerche approfondite, nel corso degli ultimi 50 anni, suggeriscono che la curcumina presenta un enorme potenziale nella prevenzione e nella terapia del cancro.
Sono stati descritti numerosi meccanismi d’azione antitumorale della curcumina.
Inibizione della proliferazione delle cellule tumorali. Essa avviene generalmente attraverso gli effetti della curcumina su diverse fasi del ciclo cellulare a seconda del tipo di linea cellulare.
Induzione di apoptosi nelle cellule tumorali. Cioè induzione della morte spontanea delle prime cellule tumorali che formano.
Attività anti-infiammatoria
L’attività antinfiammatoria della curcumina è perfettamente sovrapponibile a quella di farmaci come il cortisone ed il fenilbutazone nella fase acuta dei processi flogistici.
Nell’infiammazione cronica, l’effetto della curcumina è invece meno pronunciato. Circa la metà inferiore rispetto ai farmaci succitati. Ad alte dosi la curcumina sembra stimolare i surreni a secernere più cortisone, esplicando quindi anche una potente azione antinfiammatoria indiretta.
A differenza dei FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) la curcumina non causa effetti collaterali. Per esempio, la curcumina non è considerata gastrolesiva.
Anzi, in alcuni studi clinici la curcuma in toto ha dimostrato di migliorare significativamente la sintomatologia associata ad ulcera gastrica.
Anche la sindrome del colon irritabile può trovare giovamento dalla somministrazione di curcuma.
Pur non presentando un’azione antidolorifica di rilievo, la curcumina può essere un valido aiuto in presenza di dolori articolari ad eziologia artrosica od artritica.
Per quanto riguarda il meccanismo d’azione, la curcumina è una molecola che agisce sull’infiammazione.
Attività metallo chelante
La curcumina ha anche un’importante azione metallo chelante. E’ capace di legarsi a vari ioni metallici, di trasportarli ed eliminarli quando sono in eccesso.
Gli ioni metallici sono richiesti dall’organismo per molte importanti funzioni. La loro concentrazione plasmatica deve rimanere entro i limiti fisiologici. Altrimenti si andrà incontro a degli scompensi da carenza o da eccesso.
Ha anche la capacità di veicolare selettivamente il metallo nel nucleo cellulare, consentendogli di legare il DNA, in modo tale inibire la proliferazione delle cellule tumorali.
L’impiego della curcumina come metallo chelante è un argomento di interesse per i ricercatori farmaceutici nella cura di patologie come il morbo di Alzheimer, nella terapia antitumorale e nelle anemie (complessandola con il Fe3+).
Attività neuroprotettiva
La curcumina ha un grande potenziale per la prevenzione e il trattamento di molteplici patologie neurologiche. Che comprendono il morbo di Alzheimer, Parkinson, trauma cranico e ictus.
Morbo di Alzheimer
L’ Alzheimer è la forma più diffusa di demenza legata all’età.
Diversi studi in vitro e negli animali di ricerca hanno dimostrato la potenzialità della curcumina nel prevenire la formazione e la deposizione delle sostanze che si accumulano della malattia di Alzheimer, come la β-amiloide.
Morbo di Parkinson
La curcumina sembra svolgere un’azione protettiva sulle cellule dei centri dopaminergici. La cui alterazione è alla base della malattia.
Inoltre, recenti studi hanno dimostrato che la curcumina può ridurre l’aggregazione della proteina α-sinucleina53, una componente importante dei corpi di Lewi caratteristici del Parkinson.
Malattie cerebrovascolari e ictus
La capacità della curcumina di abbassare il colesterolo totale e aumentare i livelli di lipoproteine ad alta densità (HDL), può essere sfruttata per scopi preventivi.
Il trattamento con curcumina dopo un ictus, combatte l’azione dei radicali liberi e l’infiammazione. Che contribuiscono al danno ischemico.
Altre attività
Sono:
- Azione epatoprotettiva e benefica sulla funzionalità epatica
- Azione nefro-protettiva
- Trattamento della sclerosi multipla
- Trattamento della fibrosi cistica
- Attività antibiotica: è emerso che in presenza di adeguate concentrazioni di curcumina, l’attività antibatterica di 24 antibiotici, contro lo Staphylococcus aureus, è aumentata. Questo suggerisce un effetto sinergico con la terapia antibiotica.
- Attività antivirale: l’azione inibitoria sull’α-glucosidasi suggerisce una possibile applicazione come antivirale, essendo un enzima coinvolto nella glicosilazione dell’HIV.
Attenzione al fegato
L’Istituto Superiore di Sanità ha segnalato 15 casi di epatite colestatica acuta riconducibili al consumo di curcuma. Da qui la nota che raccomanda di assumere integratori alimentari ricchi di curcumina solo sotto controllo medico. Questa raccomandazione è valida per i soggetti con alterazioni della funzione epato-biliare o con calcolosi delle vie biliari. In caso di concomitante assunzione di farmaci, ad invitare comunque a sentire il parere del medico. Per la curcuma in polvere, considerando la storia e le dimensioni del consumo come alimento, non sono emersi elementi per particolari raccomandazioni. Estratto della nota del Ministero della Salute del 26 luglio 2019.
Il latte d’oro
Questa bevanda ha origine nella medicina ayurvedica. E’ stata da sempre consigliata dai maestri yogi.
L’ingrediente segreto è la curcumina.
Esistono diverse versioni del latte d’oro e quella che propongo di seguito è la ricetta che permette il massimo assorbimento della curcumina.
La curcumina è poco biodisponibile e quindi bisogna combinarla con alcuni ingredienti particolari per massimizzare gli effetti benefici.
Ingredienti:
- 1 cucchiaino di curcuma
- 1 cucchiaino di olio di cocco
- pizzico di pepe nero appena macinato
- 1 tazza di latte vegetale (riso, avena, mandorla ma non soia)
Preparazione
Versa in un pentolino il latte, la curcuma e il pepe nero. Porta quasi ad ebollizione.
Quando scotta e sta per formare le bollicine spegni la fiamma. Versa nella tazza e aggiungi l’olio di cocco.
Mescola bene. Fai intiepidire e bevilo ancora caldo.
Ha già un sapore dolce, ma eventualmente puoi aggiungere un cucchiaino di miele.
Ricetta alternativa del Golden Milk
Questa è la ricetta originale del golden milk che prevede la preparazione della pasta di curcuma. Usata sia per fare il latte d’oro che per fare impacchi ed altre preparazioni.
Pasta di Curcuma:
- una tazzina colma di curcuma
- 1 cucchiaino di pepe appena macinato (l’aggiunta del pepe, circa il 3% con queste proporzioni, rende la curcuma più biodisponibile)
- 1 tazza di acqua
- 3 cucchiai di olio di cocco
Preparazione
Fai bollire l’acqua a fuoco medio insieme alla curcuma e al pepe nero. Mescolando lentamente fino a che il composto non si asciuga e diviene un pochino denso.
Di solito circa 7 – 10 minuti. Spegni la fiamma, aggiungi l’olio di cocco e mescola bene facendo amalgamare il tutto. Versa il tutto in un vasetto di vetro. La miscela è pronta e può essere conservata in frigo e utilizzata per 40 giorni.
Puoi usare la pasta di curcuma anche come crema per condire pane, riso, da aggiungere alle vostre salse e zuppe.