Quando parliamo di dieta chetogenica intendiamo un regime alimentare il cui risultato è quello di utilizzare corpi chetonici al posto di glucosio per produrre energia. Il nome della dieta deriva infatti dal termine corpi chetonici. In particolare una dieta che genera corpi chetonici: chetogenica.
Le cellule del nostro organismo per svolgere tutte le loro funzioni in modo corretto necessitano di energia. Questa può essere ottenuta da zuccheri, proteine e grassi che vengono trasformati in una molecola che si chiama Acetil-Coenzima A. Questa sostanza viene degradata in acqua e CO2 ( carbonio) producendo energia. Energia accumulata in molecole che si chiamano ATP (adenosintrifosfato).
In condizioni di carenza di zuccheri, questo meccanismo rallenta o si blocca. Quindi l’Acetil-Coenzima A si accumula e viene trasformato in corpi chetonici. I corpi chetonici prodotti sono: acetone, acetoacetato e 3-idrossibutirrato. L’acetone viene eliminato con la respirazione. Da qui il tipico alito acetonemico caratteristico della dieta chetogenica.
3-idrossibutirrato e acetoacetato (acetato) possono essere utilizzati come fonte di energia. Soprattutto da muscolo scheletrico, cuore, rene e cervello.
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Quando il nostro corpo produce chetoni
Normalmente vi sono condizioni in cui questo cambiamento nell’uso di fonti energetiche avviene spontaneamente. Succede in casi di digiuno o forte riduzione di calorie. In questi casi non c’è zucchero o ne viene introdotto pochissimo. Esercizio fisico prolungato e stati febbrili. In questi due ultimi casi lo zucchero viene consumato velocemente e ne resta poco.
Oppure nel diabete non trattato. In questa condizione lo zucchero c’è ed in eccesso. Ma resta nel sangue. Non riesce ad entrare nelle cellule. Poiché manca o non funziona l’insulina. L’ormone che ha il compito di mandare lo zucchero dentro le cellule.
Come nasce la dieta chetogenica
Negli anni 20’ si osservò che il digiuno può sedare le crisi epilettiche. Da questa osservazione iniziarono diversi studi scientifici per mettere a punto una dieta che poteva riprodurre la condizione di digiuno e i suoi effetti. Un dieta con poche calorie, ricca di grassi e proteine e povera di zuccheri.
Nel 1976 G. Blackburn, dell’Harvard University, definisce il primo protocollo di dieta chetogenica. Convalidato nel 1993 dal Ministero della salute degli USA.
1997: P. Bjorntorp in uno studio pubblicato su Lancet completa il protocollo. Si sviluppa il concetto di VLCD (Very Low Calorie Diet). Una dieta con pochissime calorie.
Nel 1972 una variante della dieta chetogenica si è molto diffusa. E’ la dieta del dottor Atkins. Il cardine della dieta è la riduzione degli zuccheri. Lo scopo ottenere un rapido dimagramento.
Oggi le diete che hanno lo scopo di ottenere la produzione corpi chetonici sono diverse. Sono a basso contenuto di calorie, ipocaloriche. Presentano diversi livelli di riduzione delle calorie. Diverse quantità di apporto degli zuccheri. Che devono comunque essere pochi. Diversi gradi di apporto di proteine. E di grassi, che tendono ad essere elevati.
Una dieta terapeutica
Va subito sottolineato come le varie diete chetogeniche siano delle vere e proprie terapie. Necessitano di una conoscenza precisa da parte di chi le usa. Devono essere somministrate da medici e nutrizionisti esperti. Sulla base delle linee guida internazionali. Come ogni terapia possono avere effetti collaterali importanti. La dieta chetogenica può fare bene. Se usata in modo scorretto può fare male. E’ assolutamente da sconsigliare il fai da te.
Come funziona la dieta chetogenica
Abbiamo già accennato al fatto che lo scopo di queste diete è quello di produrre molto corpi chetonici. Minimi livelli di zuccheri costringono l’organismo a ricavare l’energia da questi ultimi. Ai bassi livelli di carboidrati si aggiungono grassi e proteine. Va sottolineato che le diete chetogeniche corrette non sono iperproteiche. Ma apportano una quantità di proteine adeguata.
I bassi livelli di zuccheri mantengono costanti i livelli di insulina. Bassa la presenza di glucosio nel sangue. Questo ha effetti benefici sulla prevenzione e sulla cura del diabete. L’organismo e poi indotto a bruciare i grassi accumulati. Soprattutto il grasso addominale o viscerale. Ricordiamo che gli accumuli di grasso sono molto pericolosi per la salute. Infatti le cellule adipose non sono inermi. Producono molte sostanze infiammatorie. Queste diete hanno un’azione antinfiammatoria.
Allo stesso tempo viene stimolata la secrezione di ormoni che promuovono lo smaltimento dei grassi e diminuiscono l’appetito. Tutti benefici prodotti da una corretto uso della dieta chetogenica.
Dieta chetogenica senza carboidrati
Le varie diete chetogeniche non possono però essere completamente senza zuccheri. Sono da sconsigliare diete chetogeniche drastiche. Ci sono due importanti rischi per la salute. La mancanza di glucosio stimola la degradazione delle proteine per ottenere energia. Con aumento di acido urico e conseguente sovraccarico di lavoro per il fegato e i reni. La mancanza di zucchero produce inoltre un eccessivo livello di corpi chetonici. Questo può portare ad uno stato di acidosi. Estremamente pericoloso se non riconosciuto e corretto. In questi casi la dieta chetogenica fa male.
A cosa serve la dieta chetogenica
Le diverse forme di questa dieta sono utilizzate per specifiche patologie
Contro l’epilessia
Questa dieta nasce proprio in ambito neurologico come cura per l’epilessia. Ad oggi si può utilizzare la dieta chetogenica nelle forme di epilessia farmaco-resistente. Cioè in cui i normali farmaci antiepilettici non funzionano. Generalmente dopo il fallimento dei primi 2 o 3 farmaci antiepilettici. Numerose prove sperimentali hanno dimostrato che l’aumento dei corpi chetonici nel sangue coincide con una riduzione dell’eccitabilità nervosa. Provoca una riduzione di aspartato e un aumento di GABA (acido gamma amino butirrico). Che permettono un controllo dell’eccitazione nervosa alla base dell’epilessia.
Dieta chetogenica per grandi obesi
Sicuramente questo è il campo più interessante di applicazione della dieta. La corretta indicazione in base alle linee guida sono le forme di obesità grave. Anche associate a complicanze. Come diabete ed ipertensione. La dieta va sempre seguita sotto stretto controllo medico. Permette di dimagrire attraverso la perdita del grasso. Mantenendo inalterata la massa magra. Cioè i muscoli. Migliora l’infiammazione sempre presente negli obesi e il controllo della glicemia e della produzione di insulina. Genera una riduzione della sensazione di fame. E una sensazione di benessere psico-fisico. Migliora le apnee del sonno che spesso accompagnano i grandi obesi. La dieta chetogenica ha una durata limitata. Le linee guida internazionale prevedono una durata che va dalle 3-4 settimane ad un massimo di 12 settimane.
Una dieta chetogenica per sempre non è neppure pensabile. Così pure per una sola settimana. Vanno rispettati i tempi previsti dalle linee guida. In alcuni casi si può valutare una dieta chetogenica intermittente o ciclica. E’ sempre il medico che valuta queste possibili varianti. Con la dieta chetogenica si perdono diversi chili. Questi possono essere accumulati di nuovo. Se non si prosegue con un diverso stile di vita. E’ quindi uno degli strumenti per combattere la grande obesità. Che deve essere parte di una strategia complessiva e multidisciplinare.
Sindrome da deficienza del Glut 1
Questa è una rara malattia genetica. In cui manca la possibilità per il glucosio di passare nel sistema nervoso centrale. Ad oggi la dieta chetogenica è una delle poche terapie per curare la sindrome da deficienza del Glut 1.
Emicrania
L’emicrania è una malattia neurologica con molti aspetti sovrapponibili all’epilessia. Entrambe sono caratterizzate da una condizione di ipereccitabilità cerebrale. Per curarla si usano spesso gli stessi farmaci dell’epilessia.
La prima osservazione di un effetto positivo della dieta chetogenica sull’emicrania è legata al suo uso nella cura dell’obesità. Infatti si è osservato come pazienti obesi sottoposti a questa dieta, oltre a dimagrire, riducevano la frequenza degli attacchi di emicrania. Con una persistenza del beneficio anche ad un anno dalla fine della dieta. La dieta chetogenica non è però indicata per ogni forma di mal di testa (cefalea).
Malattie neurologiche
La dieta chetogenica potrebbe trovare indicazione in numerose malattie neurodegenerative. Come il morbo di Alzheimer, la malattia di Parkinson, la sclerosi laterale amiotrofica e la sclerosi multipla. Si è dimostrata avere una azione di protezione del cervello. Protezione soprattutto dall’infiammazione.
Diabete tipo 2 e Sindrome Metabolica
La dieta chetogenica ha un’azione di protezione nel complesso meccanismo di regolazione del glucosio. Riduce il suo livello nel sangue. Rende le cellule più sensibili all’insulina. Protegge e migliora il funzionamento delle cellule che producono l’insulina. Potrebbe avere un’ottima funzione nella prevenzione e nella terapia del diabete. Come nella terapia della sindrome metabolica.
Dieta chetogenica in oncologia
La dieta chetogenica, associata o meno a restrizione calorica, ha dimostrato di ridurre la crescita tumorale. Questo perché le cellule tumorali per crescere e riprodursi usano principalmente il glucosio. Non sanno usare i corpi chetonici. Negli ultimi anni si stanno sperimentando diversi protocolli che utilizzano la dieta chetogenica per i tumori più aggressivi. Soprattutto il glioblastoma.
Sindrome dell’ovaio policistico
La sindrome dell’ovaio policistico ha tra le sue cause una importante resistenza all’insulina. Mantenere bassi i livelli di insulina permette di migliorare molti sintomi tipici di questa malattia. La dieta chetogenica potrebbe avere un ruolo tra le terapie che mitigano questo fastidioso disturbo.
Autismo
L’autismo è un insieme di disturbi dello sviluppo neurologico. Si parla infatti di disturbi dello spettro autistico. I pazienti affetti presentano problemi comportamentali e nella comunicazione sociale. La dieta chetogenica modificata potrebbe rappresentare un’opzione di trattamento potenzialmente benefica.
Dieta chetogenica nello sport
Quando non si pratica attività fisica risulta facile ridurre di molto l’apporto degli zuccheri con la dieta. Se si svolge uno sport l’apporto di zuccheri diventa importante.
Infatti fino a pochi decenni fa la dieta degli sportivi prevedeva alte percentuali di carboidrati. Questo per massimizzare le riserve di glicogeno nei muscoli e nel fegato.
E la capacità di utilizzarli in maniera efficace. Il glicogeno rappresenta la forma con cui gli zuccheri si accumulano. E’ presente solo nei muscoli e nel fegato. Nelle persone allenate ne troviamo circa il 20-50 % in più.
Negli ultimi decenni, la ricerca scientifica sull’alimentazione nelle discipline sportive professionistiche ha subito un notevole impulso. L’obiettivo era, ed è, quello di individuare stili alimentari per migliorare il rendimento dell’attività muscolare.
Sono così apparsi numerosi studi scientifici che indicano benefici delle diete chetogeniche. Questo stile alimentare permette di mobilizzare al meglio i grassi e di renderli meglio utilizzabili dal muscolo. Se i muscoli utilizzano i grassi come fonte energetica rafforzerebbero la loro resistenza e potenza. Si avrebbe anche un’azione protettiva su fegato e reni. Va detto che gli studi su dieta chetogenica e allenamento, anche intensivo, evidenziano risultati contrastanti. Non si può quindi affermare, ad oggi, che vi sono reali benefici dall’utilizzo di queste diete sul rendimento sportivo.
Un altro campo in cui si applica la dieta chetogenica è quello della definizione muscolare. In attività fisiche come il bodybuilding. Su questo tipo di funzione non esiste nessuna evidenza scientifica.
Come iniziare la dieta chetogenica
Prima di iniziare una dieta chetogenica il medico deve raccogliere una accurata anamnesi. Cioè deve avere tutte le notizie sullo stato di salute del paziente. Sulle malattie che ha eventualmente affrontato. Sui farmaci assunti o che sta assumendo. Inoltre va controllato lo stato di salute con una visita accurata ed esami da fare prima di iniziare la dieta. Infatti esistono diverse controindicazioni all’assunzione della dieta chetogenica.
Va quindi stilato un programma dietetico personalizzato sulle caratteristiche della persona. Che includa la graduale sospensione della dieta. E’ necessario spiegare che la dieta chetogenica è una vera e propria terapia. Quindi può portare effetti collaterali. Va chiarito che è necessario attenersi al programma dietetico evitando il fai da te e l’autogestione. Che è importante sottoporsi a visite ed eventuali controlli ematici.
Si consiglia l’adozione di un regime dietetico graduale. Che prevede varie fasi a seconda del protocollo utilizzato. Compresi il reinserimento degli zuccheri a fine dieta. Sempre graduale.
Come fare la dieta chetogenica
Come già accennato i grassi possono arrivare fino all’80% dell’introito calorico totale. Le proteine sono rappresentate nella percentuale normale prevista per età, sesso e attività fisica del soggetto. Da un minimo di un grammo per chilo di peso corporeo ideale a salire in funzione dell’attività fisica del soggetto. La quota di carboidrati che è estremamente ridotta. Si parla di circa il 5% del totale delle calorie introdotte. Condizione questa indispensabile per attivare il metabolismo chetogenico. I Carboidrati dovrebbero essere rappresentati da nutrienti vegetali e a basso indice e carico glicemico. Le esatte quantità e il tipo di grassi, proteine e zuccheri, le calorie totali apportate variano. In base al problema che si vuole risolvere con la dieta chetogenica. Al tipo di attività fisica. Al sesso e all’età del paziente.
E’ quasi sempre indicata una supplementazione con sali minerali, vitamine, fibre alimentari. Anche la durata della dieta chetogenica può variare molto in base ai fattori che abbiamo ricordato in precedenza. Da un mese circa fino ad un massimo di 12 settimane. Esistono diete chetogeniche cicliche o intermittente in cui sono previsti ripetizioni della dieta.
Generalmente la dieta prevede tre pasti: colazione, pranzo e cena. Ogni pasto è equivalente. Ha lo stesso rapporto chetogenico ed apporta la stessa quantità di energia e nutrienti (proteine, grassi e zuccheri). L’assunzione di liquidi va sempre incoraggiata sotto forma di bevande non zuccherate. E’ importante attenersi al piano alimentare elaborato. Se il paziente dimostra
di non essere molto affamato, è possibile togliere una piccola quantità (5-15%) di ogni ingrediente. In modo che il rapporto della dieta non cambi. Tutto il pasto deve essere consumato. Se il paziente non finisce recupererà con il pasto successivo.
Dieta chetogenica: alimenti naturali e pasti sostitutivi
Vi sono forme di dieta chetogenica che si basano solo su alimenti naturali. Come nella “Dieta mediterranea spagnola chetogenica”. Basata su importanti apporti di proteine da pesce e sulla differenziazione dei vegetali concessi in base all’apporto glucidico. In questo caso la maggior naturalità può essere in parte monotona. Per ovviare a questa monotonia e migliorare l’accettazione della dieta si può ricorrere a forme di dieta chetogenica mista. Con l’utilizzo di prodotti sostitutivi che si possono acquistare in farmacia o nei negozi specializzati. Sono barrette, beveroni, bustine, prodotti in polvere o pasti completi.
Va fatta sempre attenzione agli zuccheri nascosti in: Caramelle, gomme da masticare, farmaci e integratori, salse (soia, ketchup), aceto balsamico, bevande pronte e da distributori automatici.
Dieta chetogenica del sondino
Esiste anche una dieta chetogenica enterale. Cioè attraverso un sondino che dal naso va allo stomaco. Viene utilizzata soprattutto per dimagrire. Ha la durata di una due settimane. Può essere ripetuta. Andrebbe fatta in un ambiente ospedaliero, sotto stretto controllo medico.
Per vegetariani e vegani
Si può fare una dieta chetogenica vegetariana o vegana. Nella dieta chetogenica vegetariana o vegana rientrano benissimo i formaggi molto stagionati (grana padano, per esempio)e le uova. Per la variante vegana: il tofu, il seitan, il tempeh, il muscolo di grano, il mopur. Altri alimenti utili: shirataki, olive, avocado, semi di lino, latte di cocco e mandorla.
Controlli durante la dieta
Durante la dieta chetogenica vanno controllati i livelli dei corpi chetonici nel sangue.Devono essere controllata anche la quantità di chetoni eliminati nelle urine (chetonuria). Attraverso strisce da immergere nelle urine per un paio di minuti.
Dieta chetogenica: ho sgarrato
Affinché la dieta funzioni è necessario aderire in modo rigoroso. Anche una caramella può abbassare il livello di chetosi. Questo succede ogni volta che si mangia un alimento non previsto. Specie se ricco di zuccheri. Per ripristinare il livello ottimale di corpi chetonici può essere necessario saltare un pasto. Meglio riservare questo espediente alle situazioni di emergenza. Cercando di seguire attentamente la dieta.
Quando non funziona
Può capitare che la dieta chetogenica non dia risultati. In questo caso dobbiamo verificare l’aderenza alla dieta. Attraverso la presenza dei corpi chetonici nelle urine. Che dovrebbero risultare molto abbondanti.
Come uscire dalla dieta chetogenica
L’interruzione della dieta deve essere molto graduale. Attraverso una progressiva reintroduzione degli zuccheri.
Dieta chetogenica: controindicazioni
Non tutti possono seguire questa dieta.
Non possono fare la dieta chetogenica i pazienti affetti da:
- alcune malattie metaboliche (deficit primitivo di carnitina, deficit di carnitina palmitoiltransferasi I o II, deficit di carnitina translocasi, difetti della beta-ossidazione , deficit di 3-idrossiacil-CoA a catena lunga e a catena media, deficit di piruvato carbossilasi, e porfiria1,2)
- insufficienza epatica e renale
- diabete tipo 1
- porfiria
- angina instabile, IMA recente, scompenso cardiaco, blocco atrioventricolare, aritmie maggiori
- ictus pregressi
- disturbi psichiatrici
- abuso di alcol e droghe
E’ assolutamente sconsigliata durante la gravidanza e l’allattamento. Negli anziani e nei bambini le indicazioni sono da valutare con estrema attenzione.
Dieta chetogenica: effetti collaterali
Come già accennato la dieta chetogenica è una vera terapia. Può avere quindi diversi effetti collaterali.
Alcuni possono manifestarsi nei primi giorni, sono:
- cefalea (presente in circa un terzo dei pazienti, tende a scomparire spontaneamente entro 72 ore)
- alitosi acetonemica (in molti casi necessità di spray orali o gomme da masticare rigorosamente senza fonti di glucidi)
- disturbi gastrointestinali come: nausea, vomito, diarrea, gonfiore, intestino irritabile. reflusso gastroesofageo
- disidratazione e perdita di sali minerali
- inappetenza, rifiuto del cibo oppure voglia esagerata di zuccheri e attacchi di fame
- stanchezza, spossatezza, debolezza
- crampi muscolari
- tachicardia
- umore irritabile
- insonnia, sonnolenza
- vertigini
- confusione mentale
- ipoglicemia
- acidosi
Non tutti questi sintomi si manifestano. Dipende da persona a persona. Spesso però se ne manifestano diversi insieme. Si parla di cheto-influenza o keto flu. E’ una sorta di influenza da chetosi. in quanto si hanno sintomi simili a quelli dell’influenza classica. La sua durata varia da persona a persona. Per i più fortunati dura solo qualche ora. Per la maggior parte dai 2 ai 4 giorni.
Vi sono poi sintomi che si manifestano sul lungo termine. Infatti la mancanza di glucosio stimola anche la degradazione delle proteine per ottenere energia. Con conseguente sovraccarico di lavoro per il fegato e i reni. L’eccessiva degradazione delle proteine determina aumenti dell’acido urico nel sangue e nelle urine. Nei soggetti predisposti può favorire l’insorgenza della gotta.
Altri sintomi che si manifestano se la dieta dura molto sono:
- perdita dei capelli
- xerostomia (bocca secca)
- stitichezza (se è scarso l’apporto di fibre)
- ridotta tolleranza al freddo e vertigini posturali
- ipocalcemia, osteopenia
- ipoprotidemia (bassi livelli di proteine nel sangue)
- aumento dei lipidi
- tendenza alla formazione di calcoli nelle vie urinarie